Per fare politica senza fucili ci vogliono le “PALLE”!!! In Risposta all’articolo di Vittorio Feltri “L’Europa dei pirla non sa temere l’odio islamico”

Caro Direttore Feltri,

ho potuto leggere con attenzione il suo articolo “l’Europa dei pirla non sa temere l’odio islamico”  e mi permetta di dirle in tutta franchezza che non mi trova d’accordo.

Onestamente, seppur io condivida con lei i timori di un Islam estremista e minaccioso, e soprattutto di come il nostro sistema politico Italiano ed Europeo sta reagendo sia al problema del terrorismo, sia al problema dell’immigrazione, non riesco onestamente a condividere ne le sue mire guerrafondaie ne tantomeno molte delle idee proposte.  Il suo grido di paura la dice lunga sul sentimento che anima il suo articolo e su come probabilmente ciò’ che lei afferma derivi più da quella paura radicata piuttosto che da una reale analisi della situazione e delle possibili reazioni della nostra società.

Mi permetta di essere un minimo arrogante nelle mie affermazioni, ma io che la guerra l’ho vissuta sulle mie spalle probabilmente ho un idea ben più chiara e lucida di cosa essa possa essere, e soprattutto a dove essa possa portare.

Come ho scritto nel mio articolo “dubbio e terrorismo, un binomio da sconfiggere” non deve essere il dubbio (che poi si tramuta in paura) a gestire e manovrare le nostre decisioni e reazioni, bensì un approfondita analisi della situazione ed una reazione a livello politico forte e decisa, che infonda da una parte la tranquillità nella popolazione e dall’altra la consapevolezza che nessuno potrà mai imporre al popolo libero Europeo qualsivoglia ideologia religiosa o culturale differente da quelle accettate.

Leggendo il suo articolo mi è subito venuta in mente una breve proiezione pratica di quelle che sono le idee da lei espresse: ho visto campi di concentramento come quelli aperti da Nazisti e fascisti durante la seconda guerra mondiale per eliminare il popolo ebreo dalla faccia della terra, ho visto battaglie senza quartiere nelle strade delle nostre città, e morte e devastazione in ogni angolo della nostra bella Europa (perché se veramente lei vuole la guerra deve sapere che l’Europa sarà il campo di battaglia!): onestamente parlando, mi lasci dire che è un eresia!  Come pensa si possa fare una guerra con pugnale e fucile contro tutto il mondo Islamico?  Pensa davvero che questa sia la soluzione migliore ed unica? O forse voleva solo fare scalpore, ma in fin dei conti neanche lei crede alle parole ed affermazioni che scrive?

Certo che se è la paura a muovere le nostre decisioni, allora probabilmente quella guerra che lei dice necessaria si verificherà: tutti in nome della paura prenderanno armi e bombe a mano e si getteranno contro chiunque sia di fede mussulmana, cercando di estirpare per sempre quello che lei dichiara essere il male del mondo. Ma come abbiamo imparato dalla storia e come ci insegna la medicina con gli antibiotici, fare una guerra preventiva non poterà all’eliminazione della minaccia, ma solo all’irrobustimento dell’idea e della forza di chi di estremismo e paura vuol farci vivere!

Nel suo articolo accenna all’attentato occorso ad Utøya, in Norvegia, il 22 Luglio 2011. Parlando di quell’evento, forse (come lei dice) nel tentativo di immedesimarsi in quelle vittime, lei scrive “La loro paura li disarmò, li spinse a nascondersi. Se gli andavano addosso insieme, tremando come foglie di sicuro, ma stringendosi l’uno all’altro per la fifa, il killer ne avrebbe stecchiti quattro o cinque, poi gli altri 595 avrebbero sbranato quell’Anders Breivik, che adesso, condannato a 21 anni, è triste per non averne ammazzati abbastanza”.  

Direttore mi permetta di dissentire con forza dalla sua teoria: io qua vedo chiaramente una persona che è si abituata a scrivere, ma che di guerra, combattimenti, paura di morire, etc probabilmente non sa veramente niente!  soldati e poliziotti addestrati, nonostante armati e preparati, spesso esitano a rispondere con forza ad un aggressore armato che spara contro di loro!  E lei veramente pensa che un gruppo (per quanto folto) di ragazzi “sprovveduti, disarmati ed impauriti come forse è lei ora”, si sarebbe potuto scagliare contro la minaccia? E veramente crede che se anche lo avessero fatto ne sarebbero morti solo quattro o cinque?  No direttore, ne sarebbero morti ben di più ed in fine, probabilmente si sarebbero comunque dispersi alla vista dei primi compagni caduti!

Direttore Feltri, la guerra, quella vera, non la si fa scrivendo con un olivetti 32, ma con le armi e soprattutto con il sangue di migliaia di uomini, donne e bambini!

Se veramente vuole vuole usare la sua olivetti 32, e vuole che le cose cambino, allora dovrà iniziare a scrivere a chiare lettere che la politica debole dell’attuale Europa deve essere sostituita da una politica con le Palle!  Non si può combattere l’estremismo con un altro estremismo, ne si può decidere quale sia la mossa migliore da fare con la paura!  Bensì bisogna avere le palle per fare una politica seria ed anche difficile.

Certo fino a quando i nostri politici e giornalisti agiranno in base alla possibilità di consensi e di vittorie politiche, allora sarà difficile cambiare ogni cosa, e probabilmente quella guerra da lei nominata sarà inevitabile.  Viceversa, se i nostri politici, anche a costo di andare contro l’idea comune della parte rappresentata, saranno capaci di imporre a chiunque viva in Europa i dettami Europei, le leggi Europee e la cultura Europea, allora forse tra 10 o 20 anni quell’integrazione con cui oggi molti politici e giornalisti si riempiono la bocca, diverrà realtà!

Cordiali saluti

Danilo Amelotti

 

Leggi l’Articolo di Vittorio Feltri

L’Europa dei pirla non sa temere l’odio islamico

 

Ho paura. Ho deciso di vantarmene. E mi assumo il compito di propagarla. Mi rendo conto. Non si comincia così un libro contro la morte che arriva al galoppo impugnando la scimitarra. Non è molto nobile. Si deve cominciare con un grido di guerra. Eppure, lo confesso: ho deciso di buttare la fifa oltre l’ostacolo.

Ho paura adesso, e anche per dopo. Per quando queste mie pagine saranno in giro per l’Italia.

E qualche frase rimbalzerà su Internet. S’incazzeranno, oh se si incazzeranno. Perché ho intenzione di scrivere la verità su quel che ha, in testa e nella pancia, non solo la gentaglia con le bandiere nere e le mani sul collo di poveri prigionieri vestiti di arancione, ma anche il musulmano dal dolce sorriso ospite di trasmissioni tivù, dispiaciuto per i morti e nemico, come no, del terrorismo. Prevedo l’accusa di provocatore irresponsabile. Papa Francesco dirà che mi merito un pugno. Portatemi pure in tribunale, sempre meglio dell’obitorio, a cui siamo destinati in tanti se la paura non ci desterà dal sonno dei pirla.

Dirò qui la verità sugli islamici e il loro Allah con il Profeta Maometto appresso. Non la Verità con la V maiuscola, per carità. La verità con la v minuscola ritengo sia la più importante acquisizione della mia vita. Ho imparato ad attingerla con il cucchiaio dell’osservazione e dell’esperienza, senza presumere divine rivelazioni. Non c’è bisogno di essere arabisti per capire, anche senza assaporarne i suoni aspirati, che il Corano ha in sé una potenza distruttiva assoluta verso chiunque manifesti un sussulto di libertà e dica no al dominio di un libro che si è fatto Dio, così come si sono fatti suoi boia coloro che lo impugnano.

Continua a leggere a: L’Europa dei pirla non sa temere l’odio islamico – IlGiornale.it.

LIBIA, INCURSORI EGIZIANI ENTRANO VIA TERRA… L’Italia spaventata dalla parola Guerra come sempre esita!

Mentre le discussioni sia in Italia, sia in Europa si fanno serrate attorno alla questione Libica, siamo testimoni di diversi sconvolgimenti del conflitto libico.

Noi oggi ci stiamo domandando se sia necessario e giusto scatenare una guerra sui territori Libici, o se forse sia meglio aspettare di avere un pieno appoggio e supporto internazionale per poter così’ intraprendere una missione più ponderata ed apparentemente “Sicura”.  Certo non posso dal canto mio negare che partire in guerra con la Libia (nonostante nel mio precedente articolo avessi dichiarato che e’ necessaria) potrebbe non essere una scelta pienamente oculata e corretta, non fin tanto che il nostro stato e la nostra politica non trovi un reale consenso generale, dando quindi agli uomini che dovrebbero partire pieno consenso ed appoggio, e sicuramente potere di azione.

Non fraintendetemi, non sto parlando di avere dei militari impazziti che possano fare scorribande in lungo e largo per la Libia, ma bensì evitare che limiti “politici” alle regole di ingaggio pongano nuovamente i militari in una situazione dove usare le armi sia praticamente “impossibile”, quindi diventare per l’ennesima volta dei bersagli quasi inermi in un contesto fortemente instabile!

Ministro-Roberta-Pinotti-Danilo-amelotti

Basti pensare alle parole del nostro ministro della difesa (Ministro Roberta Pinotti)  intervenuta ieri nella trasmissione Porta a Porta.  Per lei infatti, la parola “guerra” non può’ essere menzionata quando si parla di militari in missione, come se tutti i nostri morti e feriti delle molte missioni effettuate dagli italiani, fossero avvenuti per “sbaglio”.  Purtroppo noi Italiani, abbiamo paura di dire che quando si combatte una fazione nemica, o il male, questa azione e’ alla fin fine Guerra!  Certo non e’ una guerra di occupazione, non e’ una guerra di attacco, bensì una guerra di stabilizzazione… ma sempre guerra e’!

Allora, alla luce di questa nostra repulsione all’ammissione dei fatti reali, mi chiedo come mai potrà’ il nostro stato supportare una missione di Guerra contro il califfato dell’ISIS!  No cari lettori, noi non riusciremo mai, e come sempre se dovessimo poi partire a seguito del solito carrozzone internazionale, i nostri uomini saranno per l’ennesima volta mandati con regole di ingaggio che ci tarperanno le ali, creando così’ condizioni di estremo rischio per tutti gli uomini e donne impegnati, e risultando inevitabilmente in un probabile massacro!

Allora forse e’ meglio fare un analisi migliore e considerare che se riusciamo a difendere in modo reale le nostre coste, potremmo anche attestarci in una difesa del territorio, lasciando ad altri (come sempre) il compito di prendere decisioni e di “Agire”.

Ecco, allora parliamo ora degli altri, per un momento… mentre tutta l’Europa esita, Egitto e Giordania agiscono rispettivamente in Libia ed in Siria… loro attaccano, e indeboliscono le forze del male ISIS… E’ notizia di oggi che (come dicono i giornali) gli “Incursori Egiziani” entrano via terra in Libia… mi verrebbe da dire Ups!!! … Noi esitiamo, pensiamo a cercare un dialogo praticamente impossibile tra le 50 e più fazioni Libiche, permettiamo che quello che io chiamo “Il cavallo di troia del XXI secolo” (gli immigrati) lavori costantemente portando sul nostro territorio potenziali terroristi,( e comunque un invasione di persone non controllabili), e lasciamo che altre nazioni entrino in Libia e ne prendano il controllo.

ISIS e Petrolio-danilo-amelotti

Signori miei, la Libia e’ da sempre il nostro serbatoio di petrolio e gas; noi Italiani non siamo riusciti a dissociarci dall’azione francese del 2011 ed oggi non riusciamo a garantirci la sicurezza vicino a casa e soprattutto il controllo di quel serbatoio.  Continuare ad esitare, continuare a negare l’innegabile, continuare imperterriti ad aspettare non si capisce quali accordi e con chi, a parer mio, e’ una sconfitta in tutti i sensi…

E’ necessario che i nostri politici tutti, ed anche il popolo Italiano, capisca che aspettare all’infinito non porterà altro che a inevitabili sconfitte economiche, politiche e militari.

Allora, forse, sarebbe meglio ammettere palesemente che noi non vogliamo sporcarci le mani ed i piedi, e chiudere definitivamente i nostri confini, per lo meno, forse, potremo limitare i danni, potremmo evitare che all’indomani di una quasi inevitabile guerra ai confini della nostra nazione, si scateni il terrorismo interno.

Quello che sto dicendo, non e’ che noi dobbiamo necessariamente intervenire in Libia, possiamo anche decidere di non mettere piede, ma per lo meno, dovremmo dare tutto il supporto a quelle nazioni (come l’Egitto) che oggi agiscono… almeno, se e quando la crisi cesserà, potremo fare rivalsa sui nostri diritti, e non trovarci improvvisamente clienti di una o un altra nazione che rivendicherà il diritto al territorio conquistato ed ai suoi beni (petrolio, gas etc).

IRAQ-CONFLICT

l’ISIS, fin dal principio, ha agito conquistando i pozzi petroliferi, le centrali elettriche, insomma tutti quegli obbiettivi non religiosi ma bensì economici… perché che che ne dicano, loro, i pazzi criminali, che scannano, bruciano, torturano etc, non si muovono nel nome di un Dio (come vorrebbero farci credere) ma nel nome dei soldi e del potere sulle risorse!

Concludo con un ultima considerazione:  il problema non è se intervenire o non intervenire, il problema è se noi siamo in grado di prende una qualsiasi delle molte decisioni possibili prima che i biglietti di questa partita vengano suddivisi tra i tanti altri attori di questa disputa!

Danilo Amelotti