GUERRA ALL’ISIS, L’ITALIA MANDA IL 9° COL MOSCHIN IN IRAQ: ECCO I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

GUERRA ALL’ISIS, L’ITALIA MANDA IL 9° COL MOSCHIN IN IRAQ: ECCO I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

GUERRA ALL’ISIS, L’ITALIA MANDA IL 9° COL MOSCHIN IN IRAQ: ECCO I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

Secondo quanto rivela il Foglio, che ha interpellato una fonte della Farnesina, l’Italia è pronta ad inviare Forze Speciali sul fronte iracheno per combattere l’Isis: “Si tratta di trenta incursori del Nono reggimento d’assalto Col Moschin e raggiungeranno un contingente di forze speciali americane in una nuova base militare creata a Taqaddum, tra Falluja e Ramadi – città entrambe controllate dallo Stato Islamico, la seconda è caduta a metà maggio”.

Parliamo di uno dei migliori reparti delle Forze Armate italiane, un’élite di soldati altamente specializzati e addestrati per combattere nelle peggiori condizioni. Gli incursori del 9° Col Moschin sono famosi in tutto il mondo per la loro capacità d’azione nei più pericolosi scenari di guerra, come hanno già dimostrato in passato sul fronte afghano e prima ancora in Iraq.

“L’amministrazione Obama” – racconta ancora Ranieri sul Foglio – “aveva chiesto al governo italiano ottanta operatori delle forze speciali nell’ambito di una nuova strategia contro lo Stato islamico, ma il governo ha optato per trenta. Mercoledì i militari sono passati al Ministero degli Esteri per ritirare trenta passaporti diplomatici, che consentiranno loro l’accesso al paese via Baghdad e anche l’immunità diplomatica in caso di complicazioni”.

Tutto quindi sembra essere pronto per la partenza, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.

I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

Secondo quanto rivelato dal Foglio, i soldati italiani svolgeranno operazioni sul campo, “outside the wire” (fuori la base, ndr), “assieme alle forze speciali americane, all’esercito iracheno e anche assieme ai clan sunniti locali chiamati a prendere le armi (in teoria) contro lo Stato islamico“.

Il tempo delle chiacchiere sembra essere finito e si passa direttamente alle maniere forti, altrimenti non si sarebbe deciso di inviare gli incursori del 9° Col Moschin a combattere l’Isis. È chiaro a tutti che quando si mette in moto un’operazione del genere, per cui vengono scelti i migliori, si va sul fronte per abbattere il nemico, limitando al massimo il rischio. In uno scenario come quello iracheno un piccolo drappello di 30 soldati altamente specializzati può essere molto più letale di un contingente numeroso ma macchinoso e poco agile.

ALLERTA ANTITERRORISMO IN ITALIA

Dopo il venerdì nero del terrorismo internazionale, con i 4 attacchi in Somalia, Kuwait, Francia e Tunisia, il Ministro dell’Interno Alfano ha elevata l’allerta antiterrorismo in Italia: “Non c’è nessun paese a rischio zero, e per questo oggi abbiamo elevato l’allerta e diramato l’allerta alle prefetture e alle questure.”

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Ecco chi sono gli uomini del “Col Moschin”

Il IX reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” – assieme al Gruppo Operativo Incursori del Comsubin (Goi), al Gruppo intervento speciale dell’Arma dei Carabinieri e al 17° Stormo incursori dell’Aeronautica Militare – compone le Forze speciali italiane.

Ecco chi sono gli uomini del "Col Moschin" - IlGiornale.it

Il “Col Moschin” ha come compiti quello di sabotare, compiere incursioni “in ambienti controllati dal nemico e contro obiettivi strategici, ricercare e salvare ostaggi in zone di guerra, eliminare gli ostacoli e preparare il territorio per l’invio delle forze convenzionali”, fare ricognizioni speciali, operazioni anti-terrorismo ed evacuare connazionali da Paesi a rischio, come è riportato nel libro IX Reggimento paracadutisti “Col Moschin”. Forze speciali e Corpi d’Elite.

Il Nono discende direttamente dalla tradizione degli Arditi, in particolare dal X reggimento arditi, di cui detiene la bandiera e dal quale ha ereditato sia l’anno di costituzione (il 1918) che le mostrine (le splendide fiamme nere). Questo reggimento prende il nome dalla “collina Moschin”, conquistata dagli Arditi il 16 giugno 1918. Le “fiamme nere”, alle prime luci dell’alba di quella mattina del 16 giugno, si portano sulla selletta del Col Moschin. Urlano “Messe! Messe!”. Il pugnale tra i denti e le bombe in mano. In poco più di dieci minuti conquistano la posizione austriaca. Hemigway, racconta così l’impresa degli Arditi: “E il battaglione avanzò. Non dietro uno sbarramento, non in ordine regolare, non a passo cadenzato, ma urlando, bestemmiando, correndo, urtandosi, spingendosi per essere i primi all’urto”.

L’addestramento degli uomini del “Col Moschin”

Gli incursori del Nono si trovano a proprio agio in qualsiasi ambiente: aria, terra e acqua non sono un problema. Di più: il periodo di addestramento, come scritto in IX Reggimento paracadutisti “Col Moschin”, “si svoge anche attraverso varie esercitazioni in diverse parti del mondo, dall’Antartide all’America, rendendo così questi combattenti scelti capaci di operare in qualsiasi scenario”. Coloro che aspirano a diventare incursori non devono aver ottenuto valutazioni inferiori a “superiori alla media”. Devono essere quindi il più possibile perfetti.

La caratteristica degli incursori, nonostante siano fortemente legati l’uno all’altro, è quella di saper agire “con ampi margini di autonomia operativa e logistica in condizioni di forte isolamento, in unità tattiche di ridotta entità numerica, in contesti non permissivi o ostili, e capaci di muoversi in qualunque ambiente, utilizzando tutti i mezzi, gli equipaggiamenti e i sistemi d’arma necessari all’assolvimento della missione ricevuta”.

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L’Italia torna in Iraq: “Forze speciali e militari contro l’Isis”. È guerra al terrore, guarda il video

A margine della conferenza del consiglio dei ministri, ieri il Ministro della Difesa Roberta Pinotti ha parlato chiaro: “Faremo guerra all’Isis”. Ecco il piano italiano per combattere il terrorismo.

 

L’Italia torna in Iraq: “Forze speciali e militari contro l’Isis”. È guerra al terrore, guarda il video

“Il governo ha approvato la nuova operazione contro l’Isis, che vedrà impegnati oltre 500 militari italiani, tra addestratori, consiglieri e personale dell’Aeronautica”. Lo ha dichiarato ieri il ministro della Difesa Roberta Pinotti nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri. Facendo una ulteriore importante specificazione riguardo al contingente afgano: “La missione in Afghanistan si riduce sensibilmente: avremo 500 militari contro i 632 odierni”.

SI TORNA IN IRAQ

L’Italia torna in Iraq, quindi, per combattere la guerra al terrorismo.

L’impegno italiano nella lotta contro l’Isis vedrà impegnati 500 uomini tra supporto aereo e addestramento delle truppe di terra. La Germania, invece, secondo quanto ha dichiarato il Ministro nel corso di un convegno presso il Casd (Centro alti studi difesa), non impegnerà più di 100 uomini contro il Califfato.

La questione interna è indissolubilmente legata a quella internazione, “per questo – ha detto il Ministro – in Cdm presenteremo insieme i decreti sulle missioni e sulla lotta al terrorismo internazionale perché le due questioni stanno insieme e i rischi arrivano direttamente in casa nostra”.

“Oggi non ha senso parlare di terrorismo interno ed esterno”, ha spiegato la Pinotti, sottolineando l’impegno italiano nelle diverse missioni come in Afghanistan, in Libano e nei Balcani.

IL PACCHETTO ANTI TERRORISMO

Nel pacchetto anti-terrorismo approvato dal Cdm sono state stabilite le norme “per rendere l’italia un posto sicuro nel quale vivere sereni”, ha specificato in conferenza stampa il Ministro degli Interni Angelino Alfano. “Abbiamo anche previsto l’arresto per coloro i quali detengono materiale esplosivo che serve a preparare le armi o per quelli che omettono di denunciare il furto di questi stessi materiali”, ha aggiunto il ministro.

Diventa reato andare a combattere all’estero, non solo reclutare, con la previsione della detenzione da 3 a 6 anni per chi si arruola in organizzazioni terroristiche e per chi supporta i foreign fighters, mentre sono previsti da 5 a 10 anni per i ‘lupi solitari’, che si autoaddestrano all’uso di armi ed esplosivi. Con aggravante di pena per chi lo fa via web.

Più di qualcuno ha osservato che queste norme dovrebbero essere più severe e che una pena detentiva di 3 anni per i foreign fighter sembra davvero poca cosa.

“Nella sostanza andare a combattere all’estero è diventato reato. Prima era reato solo il reclutare, da stasera è reato andare a combattere all’estero”, replica il Ministro. “Abbiamo affermato il principio che si può seguire nei confronti dei sospettati di terrorismo lo stesso sistema di regole che si usano per i sospettati per mafia”, aggiungendo che “sono stati inoltre rafforzati i poteri di espulsione dei prefetti nei confronti di stranieri” sospetti e quelli per il “ritiro del passaporto e di documenti validi per espatrio”.

 

LE FORZE SPECIALI CONTRO L’ISIS

Già nello scorso ottobre il governo italiano aveva deciso di inviare sul fronte di guerra iracheno anche una squadra di forze speciali, come confermato dal ministro della Difesa nel corso di un’audizione di fronte alle commissioni parlamentari riunite di Esteri e Difesa.

“Probabilmente saranno una cinquantina di unità – ha rivelato al Fatto Quotidiano l’esperto militare Gianandrea Gaiani di Analisidifesa.it – e svolgeranno quella che è la missione principe delle forze speciali, ovvero quella di military advisor: consiglieri militari che operano in prima linea a fianco delle forze locali. Come lo faranno dipenderà dai ‘caveat’ nazionali alle loro regole d’ingaggio, come avvenne inizialmente in Afghanistan. Queste forze speciali sono state richieste agli alleati dal comando americano per costituire dei team da aggregare ai reparti curdi e iracheni che combattono in prima linea, come già fanno le forze speciali statunitensi, britanniche e australiane nelle zone di Mosul, Baji e Ramadi. Le unità di Forze speciali italiane non andranno in giro in automobile: il loro impiego presuppone l’invio di mezzi specifici come i blindati Lince e gli elicotteri Ch47 e Nh90. L’invio di questi ultimi in Iraq è notizia certa”.

Secondo fonti governative a partire saranno gli uomini provenienti dalle unità d’élite della ‘Task Force 45‘ appena rientrate dall’Afghanistan.

L’Italia ha deciso di impegnarsi fortemente contro l’Isis, come dimostrano i numeri: 80 consiglieri militari tra forze speciali ed esperti di sminamento, 200 istruttori e 220 uomini dell’Aeronautica, 2 droni Predator, 4 cacciabombardieri Tornado, 1 aerocisterna KC767 e i mezzi terrestri e aerei per le forze speciali.

La guerra al terrore, da parte dell’Italia, è cominciata sul serio.

“INVIEREMO 500 UOMINI IN IRAQ”, PARLA IL MINISTRO PINOTTI – GUARDA IL VIDEO al seguente link: L’Italia torna in Iraq: “Forze speciali e militari contro l’Isis”. È guerra al terrore, guarda il video.