LEGITTIMA DIFESA IN UN INVASIONE DOMESTICA: COS’È, E COSA SICURAMENTE NON È!

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A premessa di questo mio scritto vorrei dedicare lo stesso al Presidente Renzi, all’Onorevole Salvini, e più in generale, a tutti i nostri politici, nella speranza che ne facciano tesoro per imparare qualche nozione a loro forse sconosciuta o “dimenticata”. Vorrei inoltre dedicarlo a tutti quei giornalisti che, probabilmente nella sola ricerca della audience, usano termini e frasi sbagliate, rendendosi quindi responsabili non solo di una mala informazione e distorsione di fatti, ma anche di un serio indebolimento della sicurezza del cittadino!

L’articolo

Poco tempo fa pubblicai un articolo che parlava della difesa domestica. All’interno dell’articolo descrivevo per sommi punti cosa fosse la difesa domestica e come essa dovesse essere organizzata. Al termine dell’articolo la mia conclusione fu:

…spero con queste righe di aver fatto breccia nelle vostre menti e idee, facendo capire a tutti quelli che vedono la difesa domestica come un’arma detenuta in casa o un semplice gancetto alle tapparelle, che la difesa domestica è cosa ben più seria e complicata di quel che vorrebbe sembrare.

Oggi mi trovo nuovamente a scrivere su quest’argomento, e lo faccio in risposta al recente evento, che vede un pensionato di 65 anni accusato di omicidio volontario per aver sparato con la propria arma regolarmente detenuta e denunciata ad un invasore domestico.

Penso che fuori dalle de-generalizzazioni dell’evento causate della politicizzazione dello stesso (ergo parti politiche che fan leva sull’accaduto per ottenere consensi) e dal diffondersi di post senza senso sui social media, che tramutano addirittura un atto di difesa personale (quindi legittima difesa) in un atto di giustizia privata (quindi omicidio intenzionale o cosa simile), bisogna riuscire a capire cosa sia un ‘ invasione domestica, quale sia la psicologia dell’assalitore e dell’assalito, e quali fattori intervengano ad influenzare l’esito della stessa.

Per rendere il discorso semplice basta pensare al mondo animale… se un animale (qualunque esso sia) è attaccato nella sua tana, l’animale si difende con il massimo della forza possibile. Ciò non è dovuto all’intenzione dell’animale di uccidere l’assalitore, bensì dall’intenzione di difendere sia la propria tana sia la propria vita. Se al termine della colluttazione l’assalitore ha la peggio e muore, non penso che nessuna persona potrebbe mai dire che l’animale che si difendeva era un omicida!

animali in lotta-danilo-amelotti.comOra sento già i perbenisti del caso lamentarsi e spargere un brusio di critiche dicendo che noi umani non siamo animali, e che la nostra intelligenza ci dovrebbe aiutare a evitare un uso della forza troppo irruento.

Bene, allora torniamo a noi, come uomini (umani) e come persone dotate d’intelligenza. Quando qualcuno ci prende di soppiatto, magari per farci uno scherzo, qual é la nostra reazione? Se non avete il coraggio di dirlo voi ve lo dirò io … scattare come fa un animale quando lo pizzicate di nascosto … e se invece di uno scherzetto doveste ricevere un colpo, quale sarebbe la vostra prima reazione “istintiva”? Restituire il colpo e allontanarvi il più velocemente possibile… ebbene si, esattamente come farebbe un animale che riceve una botta!

Da quanto dico sopra, penso che tutti potrete evincere il senso dell’ affermazione che segue: un uomo, a prescindere dalla sua collocazione sociale, sesso, religione, cultura etc, quando si sente improvvisamente in pericolo reagisce istintivamente come farebbe un animale, con il preciso intento di difendere la propria vita e/o casa/dimora/ luogo etc.

Quindi che cosa è la difesa personale ed in cosa differisce dalla giustizia privata? Se nella difesa personale noi assistiamo ad una persona (o animale) che reagisce ad un ‘ offesa improvvisa e/o inaspettata per il solo scopo di difendere la propria ed altrui sicurezza, in un atto di giustizia privata noi vediamo un uomo (non più un animale) che (più o meno lucidamente) decide di “vendicarsi” di un torto subito, e quindi impugnando un arma (propria o impropria, da fuoco o meno) si reca da chi gli ha fatto il torto per avere “giustizia”.

Come potrete tutti ben notare, mentre l’atto di difendersi ad un ‘ offesa improvvisa e/o inaspettata ha carattere di pura reazione istintiva (la dove la reazione può anche essere prolungata in base alla percezione di pericolo sentita dall’assalito), ed è quindi inequivocabilmente e palesemente riconducibile ad istinti naturali di tutti gli esseri viventi, la giustizia privata é tipica solo del genere umano, perché richiede premeditazione, pensiero, ingegno, pianificazione ecc.

Quindi, ancora una volta, è bene capire che la “legittima difesa”, quindi atto immediatamente successivo ad un’ offesa diretta, avviene nel momento in cui questa offesa viene perpetrata, mentre la giustizia privata e successiva ad un ‘offesa e (normalmente) avviene quando l’individuo ha certezza o sentore che le istituzioni non saranno in grado di garantire che “giusta giustizia sia fatta”.

In conformità a quanto sopra detto, si apre un nuovo argomento, in altre parole, quello della certezza della giustizia e della pena, ma per necessità di spazio e tempo e, per non dover affrontare un così delicato argomento in poche righe, rimando lo stesso ad un futuro e più approfondito articolo.

Ritornando quindi alla difesa domestica ed alla legittima difesa, rimangono da dire ancora alcune importanti cose.

burglar0426_imageInnanzitutto la difesa personale (o legittima difesa) non può essere associata ad un rapporto di forze tra offesa e difesa: infatti, nel momento in cui una persona riceve un assalto non ha il tempo (né spesso le capacità) di valutare quale sia la capacitá e la forza del suo assalitore. Se, ad esempio, volessimo ipotizzare di vivere in un mondo idilliaco e perfetto (fuori dal fatto che rimarrebbero comunque i delinquenti, quindi questa perfezione forse di per sé sarebbe già fasulla) potremmo immaginare che, nello stesso momento in cui un assalitore ci si avvicinasse, un computer potrebbe indicarci tutti i valori dell’aggressore (droghe, adrenalina, forza, ossigenazione, capacità di movimento, aggressività ecc.) e darci la migliore soluzione sulla difesa da attuare (magari, come visto nel film Matrix, caricandoci immediatamente un corso di autodifesa specifico per il tipo di offesa), ma siccome viviamo in un mondo generalmente normale, e tutt’altro che idilliaco, quando una minaccia ci si para davanti, la nostra reazione sarà sempre quella di difenderci con la maggior rapidità e forza possibile, per poi scappare e metterci al sicuro, in attesa dell’arrivo delle Forze dell’Ordine.

Altro fattore da valutare è la reale preparazione e capacità della persona che si difende: da quanto è detto da giornali, politici, magistrati, ecc, sembra che ogni uomo di questa terra sia di natura in grado di difendersi applicando la sola forza necessaria all’arresto dell’assalitore! Mai eresia più grande potrebbe essere anche solo pensata. Io sono un incursore in congedo, dopo 25 anni di attività passando dal pulisci gabinetti finendo alla direzione di corsi ed addestramenti per personale altamente qualificato, con missioni, guerre, addestramenti specifici etc nel mio bagaglio professionale, forse sarei in alcuni frangenti in grado di controllare la mia reazione, e quindi metter in atto una difesa proporzionata all’offesa ricevuta (dico e specifico sarei, perché anche io nel buio della mia casa, in fronte ad un assalitore improvviso, potrei agire con la massima forza, non essendo comunque in grado di valutare le reali capacità offensive del mio nemico), ma questo fatto rimane unico per un numero limitatissimo di umani! … la maggior parte della popolazione (per fortuna forse) non ha tali capacità e conoscenze, quindi non ha proprio possibilità di controllare la propria reazione in un frangente di offesa improvvisa.

Spero di aver fatto quindi chiarezza sull’argomento, dando a voi lettori una visuale differente dalle solite urla isteriche dei social media e dalla disinformazione costante sparsa dal mondo dei giornalisti in cerca di scoop!

Vorrei terminare con una considerazione di tipo “tattico”. Oggi, si sta facendo molto rumore intorno all’uso delle armi, alla loro detenzione, alla voglia di molti di possederle e alla paura dei nostri politici di avere troppe persone armate sul territorio. Questi sono sicuramente problemi che dureranno per sempre, e non possono o devono diventare ostacolo al diritto alla difesa del cittadino, ne tantomeno strumenti per modificare leggi in favore del mondo criminale! (A tal proposito, vorrei insistere sul fatto che in nazioni ove le armi da fuoco sono di “libero” utilizzo e porto, la criminalità è minore di quella ove le armi da fuoco sono generalmente proibite).

File photo dated 26/02/13 of a police officer using a Taser, as police chiefs called for an independent review into the safety of Tasers after an inquest found that the use of a 50,000-volt stun gun contributed to the death of a young man.
File photo dated 26/02/13 of a police officer using a Taser, as police chiefs called for an independent review into the safety of Tasers after an inquest found that the use of a 50,000-volt stun gun contributed to the death of a young man.

Ma se una cosa può essere fatta per diminuire le probabilità che un “povero ladro che fa solo il suo disonesto mestiere” possa rimanere ucciso dall’arma di un “cattivo cittadino armato”, è quella di autorizzare la vendita al pubblico di armi non letali, quali TESER, Pistole a vernice, etc.
Sicuramente sei il pensionato avesse avuto un TESER al posto della pistola, oggi staremmo come sempre a discutere di calcio, invece, grazie a leggi e proibizioni folli e stupide, abbiamo un povero ladro morto, ed un “cattivo ed aggressivo” cittadino sotto processo per aver difeso la propria casa e famiglia!
Vi prego di condividere questo scritto con più persone possibile, non per farmi diventare un famoso giornalista o scrittore, ma per diffondere la conoscenza e (a mio personale parere) il giusto modo di vedere i fatti ed i problemi inerenti la difesa personale e domestica.

Danilo Amelotti

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LEGITTIMA DIFESA IN UN INVASIONE DOMESTICA- COS’È E COSA SICURAMENTE NON È. DANILO-AMELOTTI.COM

 

INTRODUZIONE ALLA DIFESA DOMESTICA O ABITATIVA

 

La difesa domestica, che per esteso comprende la difesa degli ambienti dove noi viviamo, lavoriamo, o svolgiamo qualsiasi attività (ludica o commerciale), è da sempre un argomento importante che “attanaglia” i pensieri del singolo e del pubblico.

Spesso, a causa di mala informazione promulgata dal mondo del cinema, o da fantomatici “istruttori” del nuovo millennio, o dalla semplice “ignoranza” di chi si avvicina a quest’argomento, essa è completamente travisata, al punto che, con il termine “difesa domestica”, taluni immaginano una battaglia all’ultimo sangue da combattere entro i limiti domestici, e altri invece, pensano che due gancetti alle tapparelle o una bella porta blindata siano la soluzione di tutti i problemi! Ebbene non è così.

Andiamo quindi per passi a spiegare cosa essa sia e quali siano i principali fattori da tenere in considerazione quando ci apprestiamo a considerare quest’argomento con serietà e cognizione di causa.

Per prima cosa, quindi, vediamo cosa si vuole intendere con il termine “difesa domestica”:

“Per difesa domestica, vogliamo indicare la somma di tutte le azioni ed espedienti da mettere in essere per impedire o scoraggiare l’intrusione di persone “ostili” all’interno dei nostri ambienti domestici o di lavoro. E importante specificare che nonostante tali azioni ed espedienti abbiano come obiettivo principale l’impedimento o scoraggiamento dell’intrusione, le stesse devono necessariamente includere la possibilità che l’intrusione accada, e quindi, la necessità di dover reagire nel miglior modo possibile per garantire la salvaguardia delle nostre ed altrui salute e sicurezza”.

3111-home-intruder-while-home_0È quindi possibile e corretto affermare che la difesa domestica non si basa su una singola azione, reazione, o espediente, bensì su un attento studio dell’area da difendere tenendo in considerazione molteplici fattori e aree di lavoro.

Intanto è bene capire che la difesa si suddivide in due branche principali:

· La difesa statica, che comprende quindi la messa in opera di infrastrutture specifiche o accorgimenti tecnici che renderanno la nostra casa/ufficio/negozio sia poco appetibili all’occhio del possibile malintenzionato (telecamere in vista, segnali di allarme, luci perimetrali temporizzate ecc) sia difficili da avvicinare e/o forzare (porte e finestre blindate, allarme, recinzioni, ecc)

· La difesa dinamica, che comprende sia addestramento alla reazione all’intrusione (piano di fuga, uso di armi, ecc), sia l’utilizzo di mezzi di dissuasione attivi (quali animali da difesa, simulatori di sparo, guardie ecc).

Nello studio del piano di difesa sarà comunque sempre necessario ricordare che qualsiasi accorgimento o azione si andrà a mettere in atto per difendere la nostra “proprietà” non dovrà trasformarsi nel nostro incubo, o ancora peggio nel nostro nemico. Se ad esempio decidiamo di mettere le inferiate alle finestre, dovremo considerare un piano di fuga che, evitando l’impedimento oggettivo delle inferriate, ci permetta di scappare dal luogo difeso con agilità qualora il malintenzionato riuscisse comunque a entrare, o nel caso avessimo un’emergenza quale un Incendio.

Fin qua, abbiamo quindi evidenziato che la difesa domestica è un lavoro complesso, che quindi come detto in precedenza, richiede un vero e proprio studio o piano di azione.

danilo amelotti difesa domestica e abitativaLa stesura di questo piano dovrà forzatamente comprendere risposta alle seguenti domande:

1. Che tipo di obiettivo sono io?

2. Che tipo di difesa voglio avere?

3. Qual è il mio budget?

4. Quali sono i miei parametri di tolleranza (ovvero, quanto voglio limitare o agevolare la mia libertà, quali e quante cose/persone voglio o devo proteggere, cosa sono disposto a perdere in caso di un’invasione ecc)?

5. Qual è la mia preparazione tecnica e conoscenza dei vari sistemi?

6. Chi è il mio “nemico”?

Ovviamente non è un compito semplice rispondere, ecco perche molti dovrebbero rivolgersi a personale qualificato e affidabile per poi mettere in opera il proprio piano di difesa. E’ però anche vero, che seguendo poche regole di base possiamo ottenere una discreta protezione da possibili intrusioni “casuali”.

Quindi per semplificarvi il compito e non rendere un’impresa semi-impossibile ai molti la difesa dei propri confini domestici, vi porgo alcune regole di base che, se seguite ed attuate in maniera seria e costante, potranno sicuramente elevare la vostra sicurezza domestica.

Innanzitutto date il giusto peso sia alla vostra abitazione, sia alla reale minaccia che potrebbe avere. È ovvio che la nostra abitazione o ufficio siano di estrema importanza per noi, ma ciò non significa necessariamente che dovremo difenderle come se fossero Fort Knox. In altre parole, non possiamo realmente pensare di difenderci da qualsiasi minaccia; sebbene infatti tutti sappiamo che esistono molti tipi “e forme” di delinquenza e quindi di delinquenti, noi dovremo fare una reale e pertinente selezione delle minacce che ci circondano, andando quindi ad escludere quelle minacce (tipo il serial killer di turno) che nella realtà statistica non ricoprono rilievo.

Insomma bisogna capire che il giusto compromesso ci permetterà di difendere decentemente la nostra casa da un’invasione “casuale” o se vogliamo “entro i comuni limiti delle invasioni a scopo di furto o rapina”, ma allo stesso tempo non ci renderanno schiavi di sistemi troppo complessi e dispendiosi.

Se differentemente volessimo proteggerci da minacce ben più organizzate, forse dei semplici espedienti non sarebbero sicuramente efficaci.

homeintruder, danilo amelotti, difesa domesticaStabilito quindi il reale livello di rischio e di protezione, andiamo a vedere quali parametri ci aiuteranno a capire cosa fare per meglio difenderci:

Un consiglio che funziona sempre è quello di provare a calarci nei panni di un aggressore, quindi porci le domande: che cosa farei io se volessi entrare in casa di qualcun altro? Quali sarebbero le mie strategie?

Beh, sono sicuro che vi sorprenderete tutti notando quanti differenti modi ed espedienti potrete inventare!

Quasi tutti inizieremo a valutare le varie possibilità tra cui si andrà dalla classica effrazione con rottura di finestre o forzatura di porte, all’indossare un bell’abito e suonare direttamente al campanello fingendosi il vicino o il funzionario della compagnia dei telefoni, all’aspettare che la sfortunata vittima dimentichi una porta o una finestra aperta… insomma, siamo onesti, tutti saremmo (idealmente) capaci di progettare un’invasione domestica!

Allora perché non lo facciamo? Cosa ci tiene lontani dal commettere un crimine?

Beh a queste domande ci sono molte risposte, che probabilmente vanno dall’essere fondamentalmente onesto, alla cultura, alla paura delle conseguenze, al non capire se lo specifico obiettivo valga la pena del rischio, ecc ecc … ma tutte queste motivazioni (o quasi) hanno un comune denominatore: Il DUBBIO.

Ebbene si “IL DUBBIO” è la nostra prima e grande regola per pianificare una corretta difesa dell’ambiente domestico.

Dovremo quindi essere in grado di mettere in opera sufficienti espedienti e o sistemi per indurre il possibile malvivente nel Dubbio: sono in casa? Hanno un allarme? Quella telecamera mi farà scoprire? Quelle finestre sono blindate?

Ecco qua che quando il dubbio vincerà sull’intenzione di “assalto” probabilmente la nostra abitazione/ufficio non saranno considerati appetibili! Ovviamente se leggete tra le righe delle domande che il “ladro/assalitore” si dovrebbe porgere, scoprirete quali e quanti espedienti possano essere già sufficienti ad un’iniziale difesa statica!

Ora potrei continuare per molte pagine a scrivere di possibili tattiche e strategie di difesa, ma non è mia intenzione.

Viceversa, spero con queste righe di aver fatto breccia nelle vostre menti ed idee, facendo capire a tutti quelli che vedono la difesa domestica come un arma detenuta in casa o un semplice gancetto alle tapparelle, che la difesa domestica è cosa ben più seria e complicata di quel che vorrebbe sembrare.

Allo stesso tempo spero di non aver intimorito nessuno. Non è, infatti, detto che non avere mezzi di difesa o protezione sia necessariamente uguale a doversi aspettare un’invasione in ogni secondo giorno della propria vita. Semplicemente riuscire a capire che, qualora dovessimo sentire la necessità di difendere meglio le nostre abitazioni/uffici/negozi ecc., probabilmente comprare un libro in Internet, o una pistola o una bella porta blindata non saranno le scelte migliori!

Vi lascio quindi con la promessa di ritornare sull’argomento, per espandere la discussione a quelle tematiche della sicurezza che spesso vengono tralasciate anche dai più seri e assidui “Preppers”.

 

Danilo