E POI LEGGI ARTICOLI COSÍ E NON PUOI NON CONTESTARLI. In risposta a: Siamo forti a sparare ma, nell’era del terrore, c’era bisogno degli spari olimpici di Rio? 

E’ buffo come certe persone vedono il mondo e lo interpretino a modo loro!

Personalmente sono sempre stato per la libertà di stampa e di parola, quindi anche per la libertà dell’autore dell’articolo che segue di scrivere le sue idee.  Ma non posso esimermi dal contestarlo, e dal contestare ogni parola, frase e pensiero del suo articolo.

Lo sport, seppur usi strumenti simili a quelli usati da terroristi e delinquenti, non può mai essere avvicinato agli stessi.  Infatti, paragonare lo sparo di una doppietta da tiro al piattello allo sparo di un fucile maneggiato da un folle o da un soldato non ha alcun senso; il paragone citato dall’autore di questo articolo è simile a paragonare un cuoco che con maestria nell’uso del coltello, affetta perfettamente una bistecca o un cavolo, ad uno dei tanti assassini che ultimamente hanno ucciso per mezzo di machete, coltelli, accette o altro!

No caro Sig. Boldolini, la sua libertà di espressione deve comunque e sempre essere abbinata alla capacità di intavolare riflessioni o discussioni sane, non basate sulla paura o sulla cieca ed estremista categorizzazione di uno strumento ad un unico scopo!

Penso di poter dire senza remora alcuna che questo suo articolo potrebbe essere avvicinato al pensiero estremista di chi, in quest’ultimo anno, ha commesso atti barbarici nel nome di un “libro” che dice esser stato scritto da un “semidio”.  Per come la mette lei, allora, dovremmo fermare le corse dei camion (certo non sono famose come le olimpiadi, e forse lei non sa nemmeno che esistono), riporre tutti i coltelli ed i machete nei cassetti, smettere di guidare le macchine, e magari interrompere anche le attività nelle cave, così da non dover più sentire il rumore di quel motore, o la vista di quella lama, o il boato di quell’esplosione che tanto ci ricordano atti efferati accaduti per mezzo di quegli stessi strumenti usati però per provocare la morte!

Forse è il momento che tutti voi “pacifisti delle 10.45” smettiate di strumentalizzare le sole armi da fuoco, nel tentativo mal riuscito di trovare un facile responsabile a tutte le vostre più radicate paure, o di ottenere qualche visualizzazione in più della vostra pagina web (e così guadagnare qualche soldo in più con la pubblicità spazzatura di cui amate cospargere i vostri siti). Ciò che invece dovreste fare è un informazione lecita, una critica costruttiva, o delle proposte sensate che non siano alla ricerca del “like” bensì alla ricerca della “giustezza sociale”.

Danilo Amelotti

Segue l’articolo che contesto! 

Oro, argento e mira”, titola la Gazzetta dello Sport. Viva l’Italia, viva “le madri con in mano un fucile”, viva il medagliere che ingrassa. Dello stesso tenore, tutti i media italiani. Eppure, basta distogliere lo sguardo dal video, e ascoltare il suono che accompagna queste vittorie, perché un dubbio sotterraneo s’insinui.Lo sappiamo, è quasi impossibile e, visti i successi italiani, suonerebbe persino anti-patriottico, se non vetero-pacifista, ma non è questo il punto. Il punto è che, dopo più di un anno di spari, esplosioni e sangue, il vero gesto olimpico sarebbe stato sospendere le discipline di tiro.

Ci perdonino le “mamme-cecchino” Bacosi e Cainero, il tiratore di ghiaccio Campriani, tutti sparatori indefessi e maniacali, tutti pistola, sacrifici e famiglia, ma onestamente in questo momento, mentre ancora riecheggiano gli spari dei kalashnikov del Bataclan, o le immagini dei neri americani uccisi per strada dai poliziotti, non riusciamo a vedere molta gioia sportiva nel colpire un piattello, nessuna felicità nel centrare un bersaglio imbracciando carabine o fucili da caccia. E l’eco degli spari risuona inquietante, mentre la retorica che l’accompagna persino oscena.

Sappiamo che questo ragionamento ha un punto debole, che le discipline di tiro non sono le sole a simulare antiche e nuove tecniche di guerra. E che anche gli sport di squadra sono il simulacro di conflitti per il controllo del territorio. Eppoi che fare con le lame, con le sciabole, con il fioretto? Con la lotta e la boxe?Insomma, che lo sport serve anche a questo, a fare la guerra tra paesi per finta, a renderla liturgia giocosa.

Però, però, ci sono quei suoni degli spari… e quei gesti così simili a quelli che ci hanno terrorizzato negli ultimi mesi che grazie anche ai social sono entrati con prepotente familiarità nel nostro immaginario quotidiano.Un’esagerazione? Durante la prima e la seconda guerra mondiale i Giochi furono per forza di cosa sospesi, se questa che stiamo vivendo, come autorevoli personaggi non mancano di sottolineare, o di evocare, è davvero la terza, una sospensione degli spari a Rio sarebbe stato forse opportuno.

Source: Siamo forti a sparare ma, nell’era del terrore, c’era bisogno degli spari olimpici di Rio? | Stefano Baldolini

Il mio commento all’articolo di Giorgia Meloni “E’ ora di intervenire militarmente al fianco di chi combatte lo Stato islamico”

Sig.ra Meloni, ciò che lei enuncia nel suo articolo non è altro che quello che ho continuato a fare io sul mio blog per mesi! Mi duole vedere tutti questi morti, mi duole stare seduto sulla poltrona di casa mia e ricevere decine di messaggi che mi chiedono un parere su ciò che succede a Parigi, ma ancor di più mi duole dover pensare che la politica ed i politici devono sempre aspettare questi eventi per mettere in moto la lenta macchina della decisione giusta! Non servivano questi attacchi, e non servivano questi morti per capire che la situazione globale sia del terrorismo, sia delle varie politiche estere, è tragica!

Oggi lei (giustamente, e grazie al cielo finalmente) afferma che è ora di intervenire, che è ora di combattere l’ISIS e che è ora di intervenire la dove tutti fino a ieri (e sono sicuro anche domani) facevano finta di non vedere. Il fatto è che oggi è troppo tardi, oggi ormai abbiamo permesso che il germe della follia entrasse nelle menti di giovani disadattati plagiati da avidi boia camuffati da religiosi.

Ciò che lei sta dicendo oggi andava fatto 2 se non 3 anni fa, con una scesa in campo di forze militari che andassero a fermare il conflitto Siriano e con delle forze che andassero a proteggere i nostri confini direttamente in terra Libica; allora forse queste stragi e quelle che ancora verranno si sarebbero potute evitare.

Invece i politici d’Europa e del mondo occidentale (fatta esclusione di pochi) hanno girato la faccia quando le bestie dell’ISIS bruciavano un pilota, o quando uccidevano bambini, o quando devastavano interi villaggi. Hanno sempre preso tempo, preso distanze e cercato dialoghi con non si sa chi, invece di prendere le (mi permetta di dirlo) palle in mano e decidere di agire con forza, carattere, decisione, e soprattutto oculatezza.

No Signora Meloni, oggi non basta più andare a combattere l’ISIS la dove ha messo radici; questo sarebbe come cercare di estirpare il cancro del fegato in una persona che ha ormai metastasi in tutto il corpo! Come spesso dico e scrivo, io non sono ne un disfattista, ne un guerrafondaio ne tantomeno un pessimista, ma ho una buona esperienza per fare analisi e garantirle che il terrorismo ormai è entrato nei nostri confini, e che ogni azione fatta la dove l’ISIS (e tutte le altre forze “moderate” terroristiche) ha messo radici saranno solo scuse in più per i pazzi che ormai “accudiamo” in casa nostra.

Certo, iniziare con fare finalmente guerra ai demoni dell’ISIS e di tutte le altre falangi terroristiche è giusto, ma non sarà sufficiente, non più! Oggi (come anche ieri) ci dobbiamo aspettare che sporadici attacchi terroristici vengano fatti ovunque, senza una routine precisa e senza darne preavviso … non ci vuole molto (lo abbiamo visto) per seminare il panico e demoralizzare un intera popolazione… basta colpire li dove nessuno mai se lo aspetterebbe o lo vorrebbe.

Allora bisogna iniziare seriamente anche in casa nostra a stabilire dei parametri, innalzare i livelli di sicurezza, e soprattutto, addestrare e equipaggiare il personale designato alla tutela della sicurezza in Italia ed in Europa. In fatti, Signora Meloni, non basta pensare di mandare 10, 100, 1000 uomini sulle strade, bisogna essere sicuri che quegli uomini sappiano realmente agire in contesti così delicati e particolari, e che abbiano tutele legali ed equipaggiamenti adatti allo scopo!

Spero vivamente che ciò da lei affermato in questo articolo si avveri, ma ancor di più spero che la classe politica e dirigenziale non pensi che una “semplice guerra al califfato” ed un controllo più stretto dei centri islamici possa bastare; questo sarebbe solo un ennesima mezza manovra utile solo ad un ennesimo inasprimento del “conflitto” tra popolo e demoni!

Danilo Amelotti

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L’ARTICOLO DI GIORGIA MELONI:

I fondamentalisti islamici hanno portato la guerra in territorio europeo. È un’altra vittoria per loro e l’ennesima sconfitta dell’Occidente. Non sono bastati l’11 settembre, gli attentati di Londra e di Madrid, non è bastato Charlie Hebdo, l’uccisione di Theo Van Gogh e mille altri massacri in tutto il mondo per svegliare l’Europa dal suo torpore.

Chi sa se potrà bastare questo terribile 13 novembre. Chi sa se dovremo invece aspettare che San Pietro sia data alle fiamme e il Louvre abbattuto per blasfemia come i monumenti di Palmira. Cosa altro deve accadere, di quali altre evidenze hanno bisogno i nostri governanti per capire che ci è stata dichiarata guerra?

Siamo stati facili profeti di questa sciagura, perché era tutto drammaticamente prevedibile e drammaticamente previsto. Così come non serve ricorrere a Cassandra o all’oracolo di Delfi per dire che questo non sarà l’ultimo attacco islamico che l’Europa dovrà subire.

L’Occidente soffre di una grave sindrome da rifiuto della realtà. Crede che sia sufficiente negare ciò che ha davanti agli occhi perché le cose tornino magicamente a posto. Purtroppo non funziona così. La realtà, che non sa cosa sia il politicamente corretto e non conosce il galateo, ci dice che abbiamo un problema irrisolto con il mondo musulmano, che noi lo vogliamo oppure no.

È proprio questo il tabù inconfessabile che dobbiamo rompere: non stiamo fronteggiando uno sparuto gruppo di psicopatici, una qualche sorta di setta millenaristica, un semplice gruppo terroristico, ma stiamo combattendo una visione dell’Islam tutt’altro che marginale. E questa visione basata sul fondamentalismo si è rafforzata in tutto il mondo, anche se in forme diverse e non sempre violente. Ha il volto del terrorismo di Al Qaeda, del Califfato sanguinario dell’ISIS e di Boko Haram, ma lo ritroviamo predicato alla luce del sole anche dall’Arabia Saudita e dal Qatar.

I quesiti che l’Occidente si è finora rifiutato di porsi erano stati affrontati con coraggio da Papa Ratzinger nella sua Lectio magistralis di Ratisbona, che tanto clamore aveva sollevato: l’Islam è ancora una religione trascendente che antepone il Corano alla ragione? E l’Islam ammette ancora la conquista e la conversione attraverso la spada?

Sono domande che abbiamo il diritto e il dovere di fare ai musulmani che vivono o vogliono vivere in Europa. Siamo società laiche, e proprio perché laiche riconosciamo a ognuno il diritto di professare la propria religione, purché questa non contrasti con le leggi dello Stato e con la nostra cultura basata sulla ragione, sulla libertà e sull’uguaglianza.

Per questo, sfidando le ire dei benpensanti, reputo che finché il mondo musulmano non avrà fatto chiarezza al suo interno con il fondamentalismo e nel rapporto tra religione e Stato laico, dovremmo dire basta all’immigrazione da Nazioni musulmane, dovremmo rimpatriare immediatamente i clandestini e porre sotto controllo i centri islamici presenti sul nostro territorio. Per arginare i fenomeni terroristici che nascono, è inutile negarlo, all’interno delle comunità islamiche presenti in Europa o importate grazie alle politiche delle porte aperte a tutti dei nostri governanti.

E certo, è ora di affrontare di petto pure l’ISIS, che ha potuto crescere e prosperare solo grazie alla folle ambiguità della politica di Obama. Può sorprendere qualcuno, ma questa è la parte più semplice del lavoro che ci aspetta. Lo Stato Islamico non è un reale pericolo militare: non ha copertura aerea, non ha sistemi satellitari o radar o batterie missilistiche, non ha praticamente armi pesanti. L’Occidente ha la possibilità di spazzarlo via dalla faccia della terra con grande facilità. Basterebbe utilizzare, per capirci, la potenza bellica che la NATO ha rovesciato contro Saddam Hussein nei primi mesi del conflitto del 2003.

Continua a leggere a: “E’ ora di intervenire militarmente al fianco di chi combatte lo Stato islamico”

Fate of ‘Jihadi John’ Is Unknown After Airstrike, Kerry and Cameron Say – The New York Times

LONDON — Secretary of State John Kerry and Prime Minister David Cameron of Britain said on Friday that they did not yet know the outcome of an airstrike the American military launched on Thursday to kill Mohammed Emwazi, the Islamic State’s most notorious executioner.

The two officials spoke, in separate briefings in Tunis and London, the morning after the Pentagon confirmed that the airstrike, near the Islamic State stronghold of Raqqa, Syria, had targeted Mr. Emwazi, a 27-year-old British citizen who became known as Jihadi John.On Friday, a senior official with the United States military said it had used a Reaper drone armed with Hellfire missiles to attack a car in which Mr. Emwazi and another militant were thought to be traveling.

“We think we got him,” said the official, who spoke on the condition of anonymity to discuss operational details, adding that it could take a few days to get solid confirmation.

Calling the Islamic State an “evil terrorist death cult,” Mr. Cameron defended the decision to target Mr. Emwazi, who was born in Kuwait and is a naturalized British citizen, as “an act of self-defense” and “the right thing to do.

“We have been working, with the United States, literally around the clock to track him down,” Mr. Cameron said. “This was a combined effort, and the contribution of both our countries was essential. Emwazi is a barbaric murderer.”

Using an alternative acronym for the Islamic State, which is also known as ISIS, Mr. Cameron added, “He was ISIL’s lead executioner, and let us never forget that he killed many, many Muslims, too.”

At a news conference in Tunis, Mr. Kerry confirmed that the outcome of the airstrike was not yet known but said that it should serve as a warning.

“We are still assessing the results of this strike, but the terrorists associated with Daesh need to know this: Your days are numbered, and you will be defeated,” Mr. Kerry said, using an Arabic acronym for the Islamic State. “There is no future, no path forward for Daesh, which does not lead ultimately to its elimination, to its destruction.”

Civil liberties advocates have criticized any official British attempt to kill Mr. Emwazi as possibly unlawful, in a debate that paralleled the criticism over the Obama administration’s decision to target and kill Anwar al-Awlaki, an American-born cleric and a United States citizen, in Yemen in 2011.

 

Mr. Emwazi, who was first known only as an unidentified, masked man with a British accent, first came to prominence in August 2014, when the Islamic State released a video in which the journalist James Foley was shown reading a statement criticizing President Obama and the American military operation against the Islamic State in Iraq. His captor then beheaded him off camera and then threatened to behead another journalist, Steven J. Sotloff, if his demands were not met.

Two weeks later, the Islamic State released a video showing the masked man beheading Mr. Sotloff.

The Washington Post revealed Mr. Emwazi’s identity in February, reporting that he grew up in a well-off family that moved to Britain when he was a child, and that he had studied computer science at the University of Westminster. The revelation touched off intense examination of the causes of radicalization among Muslim immigrants in Europe.

Mr. Emwazi was part of a group of network of friends, called the “North London Boys” by some intelligence analysts, who prayed at the same mosque and became captivated by an Egyptian-born cleric, Hani al-Sibai. Mr. Sibai is thought to have close links to the Tunisian branch of Ansar al-Shariah, a Salafist group that has been linked to a deadly attack in June on tourists in Tunisia.

The leader of this network was Bilal al-Berjawi, who was stripped of his British citizenship in 2011 after he went to Somalia to join the Islamist group known as the Shabab, and was killed by an American drone strike the next year. That same year, Mohamed Sakr, another friend, was also killed by a drone strike in Somalia.

Continue reading the main story Fate of ‘Jihadi John’ Is Unknown After Airstrike, Kerry and Cameron Say – The New York Times

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BREAKING: Putin Prepares To “Unleash Hell” Upon ISIS Forces After Airline Bombing Attack… – DCWhispers.com

Earlier today the Obama White House attempted to downplay any links to ISIS in relation to the recent Russian airline disaster that took place shortly after Metrojet Flight 9268 took off from Egypt last week on its way back to Russia, killing everyone on board.

For days British officials have quietly suggested foul play while U.S. officials were noticeably tight-lipped.

Now some within American intelligence are voicing very similar thoughts to their British counterparts, despite the Obama White House’s apparent desire that no official statement on the matter be made.

As for Russia’s Vladimir Putin, he is said to be at this very moment reviewing a myriad of counter-measure options – all of them intending to “unleash hell” in the form of powerful military-based retribution the likes of which ISIS militants have yet to have faced.

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Putin is said to have already initiated warnings to various Middle East nations of his intent while ignoring the Obama White House, though some have suggested Russian intelligence officials have been in contact with Pentagon officials directly as a sign of professional courtesy.

Apparently it is Barack Obama himself Mr. Putin has no use and even less regard, for.  One D.C. Whispers source went so far as to suggest part of the Obama administration’s hesitation to make public statements regarding the Russian airline tragedy is based upon concerns there is a Muslim Brotherhood connection and that measures are being taken by administration officials to make certain no such connection, if in fact it exists, will become part of the investigation.The Muslim Brotherhood is a radical and highly influential Islamic group with strong ties to the Obama White House. DEVELOPING…

Source: BREAKING: Putin Prepares To “Unleash Hell” Upon ISIS Forces After Airline Bombing Attack… – DCWhispers.com

Putin avverte: guerra mondiale sempre più probabile!

Tra i molti articoli riguardanti Putin e le sue discussioni sui recenti fatti che coinvolgono la Russia nella guerra al terrorismo in Siria, l’articolo che segue da una buona visuale sui problemi che tutto il mondo potrebbe presto dover affrontare.

Non si può negare che, nell’immobilismo generale, Putin sia al momento l’unico Leader “occidentale” a contrastare con mano ferma la predominanza terroristica nella regione.  Non solo, spesso le sue allocuzioni palesano e ripercorrono pensieri comuni letti nei vari commenti a fatti recenti in tutte le piattaforme di social media, ovvero, la dove a parlare non sono testate giornalistiche strumentalizzate o politici che mirano a conquistare una o un’altra fazione, ma sono “la gente qualunque”, che vedendo ciò che succede nel mondo esprime il suo “semplice ed ingenuo” pensiero!

Si potrebbe pensare che anche il Presidente Putin legga i Social media, e nel tentativo (per il momento di successo) di conquistare l’opinione pubblica, segua semplicemente il desiderio del popolo.  Ma bisogna comunque fare attenzione;  non bisogna infatti credere che “il lupo” sia improvvisamente diventato buono, bensì capire che comunque la si voglia mettere e guardare, quel lupo sta facendo il suo interesse, e che quando esso cesserà, probabilmente, ritornerà ad essere quel lupo che tutti conoscevamo.

In virtù di questa mia considerazione allora, sarebbe bene che le nostre forze politiche smettessero di tergiversare su ogni decisione (quasi come se il tempo possa realmente risolvere i problemi la dove ormai sono diventati fatti), ed iniziassero ad attuare delle reali politiche estere difensive dei nostri e degli altrui diritti e territori!

Come sempre vi lascio all’articolo dal quale ho preso spunto, con la certezza che molti di voi non potranno far altro che pensare: “cavolo, Putin ha proprio ragione”!

Danilo Amelotti

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L’ARTICOLO:

Agli Usa: “perchè fare distinzione tra i terroristi in moderati e non moderati? Le armi fornite alla cosiddetta opposizione ‘moderata’ in Siria sono finite direttamente nelle mani dei terroristi”.

ROMA (WSI) – L’avvento di una guerra mondiale sta diventando ogni giorno più probabile. A lanciare l’allarme – o la minaccia? – è Vladimir Putin, presidente della Russia, che non ha assolutamente intenzione di fare un passo indietro nelle strategie ben chiare di politica estera, e che accusa piuttosto gli Stati Uniti: “loro e solo loro sarebbero responsabili dell’escalation delle tensioni in Medio Oriente e nel mondo”… Anche perchè poi, sul fronte del disarmo nucleare – sottolinea – non c’è stato alcun progresso. Avevamo il diritto di aspettarci che lo sviluppo del sistema missilistico di difesa degli Usa si sarebbe fermato. Ma non è accaduto nulla del genere, dal momento che invece continua. Questo è uno scenario molto pericoloso, che arreca danni a tutti, inclusi gli Stati Uniti stessi. (…)

Alcuni hanno anche l’illusione che una vera vittoria di una delle varie controparti possa essere raggiunta in un conflitto globale, senza conseguenze irreversibili per lo stesso vincitore – sempre se ce ne sarà mai uno”, è quanto ha detto Putin, in occasione del forum di Valdai, che si è tenuto a Sochi.

LEGGI:  IL PARTITO DEMOCRATICO AUTORIZZA L’EMBARGO ALLA RUSSIA SPINGENDO PMI ITALIANE AL FALLIMENTO E ONESTI LAVORATORI IN MEZZO ALLA STRADA

Putin ha confermato la sua volontà di abbattere il terrorismo, tornando a giustificare la strategia militare e di geopolitica che lo ha portato a intervenire in Siria.

“Noi continueremo a fornire assistenza a tutti i paesi minacciati dai terroristi”.

Una critica aperta verso la politica estera degli Stati Uniti è arrivata nel momento in cui ha affermato che non esiste alcun bisogno di fare distinzioni tra i terroristi moderati e non.

“Perchè fare questo gioco di parole e dividere i terroristi in moderati e non moderati. Qual è la differenza?”, ha detto il presidente russo. “Il successo nella lotta ai terroristi non può essere raggiunto usando alcuni di loro per rovesciare regimi che non piacciono, perchè poi è solo un’illusione quella di poterli gestire in un momento successivo”.D’altronde, “le armi che sono state fornite alla cosiddetta opposizione ‘moderata’ in Siria sono finite direttamente nelle mani dei terroristi”.

Secondo Putin, il pericolo è proprio nella convinzione degli Usa di avere la capacità di vincere una guerra contro quelle nazioni che fanno parte della loro lista nera (come appunto la Russia, l’Iran e la Cina).

“Washington crede che l’America possa vincere senza rischiare conseguenze simili ai danni che infliggono ai loro nemici. Ma questo, ha ripetuto Putin, è un calcolo sbagliato e pericoloso che potrebbe finire con il mettere in pericolo gli stessi cittadini Usa”.

LEGGI  Putin: la Federazione Russa istituirà un proprio sistema di pagamento nazionale

“Vorrei sottolineare ancora una volta che gli interventi della Russia in Siria sono completamente legittimi, e hanno come solo scopo quello di ripristinare la pace”; “noi dobbiamo unire gli eserciti siriani e iracheni e le fazioni curde per sradicare il terrorismo e siamo pronti a coordinare le nostre azioni militari con i partner occidentali”. (Lna)

Source: Putin avverte: guerra mondiale sempre più probabile | StopEuro.org

Police raids to crackdown on ISIS stronghold in Europe as extremists secretly buy up land – Mirror Online

The swoops follow an exclusive Sunday Mirror investigation which revealed that IS had developed new training grounds in Balkan countries.

Local security services have staged a series of raids in Balkan countries following revelations that Islamic State terrorists have been secretly buying up land in mainland Europe.

The swoops follow an exclusive Sunday Mirror investigation which revealed that IS had developed new training grounds in the region.

Locals in the Bosnian village of Osve told our investigators that they regularly heard gunshots and a terrorism expert warned that the village is “a major threat” after it become a hideout for terrorists on the run, and a training centre for new recruits before they go to fight in Syria and Iraq.

Raids took place in five major cities across Macedonia, including the capital Skopje, and were aimed at smashing a network of recruiters and organisers for the terrorist group.

Macedonian police raided 25 homes, the Yaya Pasha and Tutunsuz mosque in Skopje, an internet cafe and the offices of two Islam-linked NGOs identified as Spark of Grace and Islamic Youth.

The nine arrested are aged between 19 and 49 and have all been detained for 30 days as police continue their investigation.

Now a senior police source in Kosovo has warned that IS is preparing a huge attack on mainland Europe.

The nine arrested are aged between 19 and 49 and have all been detained for 30 days as police continue their investigation.

Now a senior police source in Kosovo has warned that IS is preparing a huge attack on mainland Europe.

“When the attack comes it will come from Europe, not Syria.”

The entire region is now on red alert and police in Macedonia admitted this week that they have arrested nine IS terrorists and revealed they are hunting 27 more.

Interior minister Mitko Chavkov said: “The mere fact that these people were present on those battlefields and have returned here is an indicator that terrorist acts against Macedonia are a real possibility.”

Source: Police raids to crackdown on ISIS stronghold in Europe as extremists secretly buy up land – Mirror Online

Islamic State: The British ISIS jihadis who could be next on Cameron’s drone ‘hit list’ | UK | News | Daily Express

Following yesterday¹s announcement from Prime Minister David Cameron that two British nationals fighting with the Islamic State (ISIS) terror group had been killed by unmanned RAF aircraft, it today emerged a number of other extremists might soon be the target of an airstrike.Defence Secretary Michael Fallon refused to deny the existence of a list of extremists known to British security forces that will be taken out by a missile strike if they are located in Syria.He told BBC Radio 4’s Today programme: “The list is the other way round. There is a group of people who have lists of targets in this country, who are planning armed attacks on our streets and who are planning to disrupt major public events in this country.”Our job, together with the security agencies, is to keep us safe, to identify who they are and to track them down.”If there’s no other way of preventing these attacks then we¹ll authorise strikes like we did.”

More at: Islamic State: The British ISIS jihadis who could be next on Cameron’s drone ‘hit list’ | UK | News | Daily Express

Russia ‘Setting up Airbase in Syria’ as Putin Escalates Moscow’s Role in Civil War


Russia 'Setting up Airbase in Syria' as Putin Escalates Moscow's Role in Civil War-danilo-amelotti.com
NEW YORK: Russia is building a military base in Syrian president Bashar al-Assad’s heartland, according to American intelligence officials, in the clearest indication yet of deepening support from Moscow for the embattled regime.The anonymous officials say Russia has set up an air traffic control tower and transported prefabricated housing units for up to 1,000 personnel to an airfield serving the Syrian port city of Latakia.Russia has also requested the right to fly over neighbouring countries with military cargo aircraft throughout this month, according to the reports.The claims, which will raise fears that Russia is planning to expand its role in the country’s civil war, will ratchet up tensions between Moscow and Washington over the future of Syria and its brutal ruler.Russia has been a key supporter of Mr Assad during the past four years of civil war, using its UN Security Council veto to ease international pressure on his embattled regime.On Friday Barack Obama met with King Salman of Saudi Arabia to repeat the US’s insistence that any lasting settlement in Syria requires an end to the Assad regime.It leaves the US and Russia implacably opposed in their visions for Syria.

Source: Russia ‘Setting up Airbase in Syria’ as Putin Escalates Moscow’s Role in Civil War – The New Indian Express

BREAKING NEWS – Putin admits Russia’s aiding Syrian Army in war

Putin-dubbio-danilo-amelotti.comIn the first public statement confirming his country’s military involvement in Syria’s civil war against the Islamic state, Russian President Vladmir Putin has said his country is providing significant logistical support and training to Syria’s President Bashar al-Assad. He has denied reports that Russia has deployed combat troops to fight alongside the Syrians, but hinted that this might be an option in the future.

Putin said to the state-owned RIA Novosti news agency at an economic forum in Vladivostok, “To say we’re ready to do this today – so far it’s premature to talk about this. But we are already giving Syria quite serious help with equipment and training soldiers, with our weapons.”

Russia is known as one of the largest military suppliers to the Syrian government and has supported Assad in the Global arena, using its UN Security Council veto to support him during a war that has claimed over 250,000 lives, creating a wave of refugees fleeing the country. Russia has also delayed an international investigation into claims that Assad has used chemical weapons.

KEEP READING AND VIDEO AT :http://tacticalclips.com/other/breaking-news-putin-admits-russias-aiding-syrian-army-in-war/

IMMIGRAZIONE: L’EVOLUZIONE DELLE GUERRE DI TRINCEA

IMMIGRAZIONE- L’EVOLUZIONE DELLE GUERRE DI TRINCEA-danilo-amelotti.comIn quest’ultimo anno si sono ripetute e scandite in tutti i mezzi di comunicazione notizie riguardanti l’immigrazione di massa che sta colpendo non solo l’Italia o l’Europa, bensì tutto il mondo occidentale.

Mentre politici di ogni specie e razza si affannano a incolpare le parti politiche avverse di responsabilità e mala gestione (con l’aggravante che questo atteggiamento ha solo fini propagandistici ed elettorali e non di reale preoccupazione per la situazione), mentre le guerre all’ISIS e tutte le altre organizzazioni Terroristiche dilagano nel mondo, e ancora mentre tutti i popoli assistono a questi fenomeni da meri spettatori alla stregua degli antichi romani quando assistevano alle carneficine nelle arene, nessuno sembra rendersi conto che i tempi delle parole e delle belle scenette in TV sono finiti.

Non abbiamo più tempo per organizzare lunghe e INUTILI conferenze sul “fenomeno dell’Immigrazione”, o cercare accordi bi o tri o quadri o penta-laterali per risolvere in qualche modo un’emergenza che “d‘emergenza” ormai ha perso tutto.

Non possiamo infatti più chiamare emergenza una routine che dura da ormai quattro anni; anche se un minimo d’immigrazione clandestina si è sempre verificata, è stato con l’inizio della primavera araba (fine 2010, inizio 2011) seguito a breve dall’inizio della guerra civile in Siria (15 Marzo 2011) e la successiva deposizione e uccisione del leader libico Gheddafi (20 ottobre 2011) che questa invasione di massa ha avuto la massima accelerata. Semplicemente con il crollo di Siria e Libia, non solo è venuto a mancare un serio controllo sui confini delle stesse nazioni, ma si è anche creato un immenso corridoio fuori da qualsiasi controllo dove chiunque abbia il desiderio di migrare verso i paesi Europei o occidentali può trovare una “facile” via.

merkel-renzi-dubbio-danilo-amelotti.comSenza tornare a descrivere le mille mosse incerte e sconsiderate fatte da tutta la comunità europea, ed in primis dall’incapace governo Italiano, oggi noi ci ritroviamo ad essere ad un passo dal baratro della rovina delle nostre società e della nostra “bella vita”.

Seppur io non abbia mai ritenuto di essere un pessimista o un catastrofista, non posso esimermi dal vedere come le cose stiano velocemente degenerando, e come tutti i governi europei siano ormai arrivati al capolinea delle loro strategie di controllo della crisi. Ormai, infatti, non è solo più il confine Italiano (di per sé indifendibile da tali fenomeni trovandosi esso in mare) che subisce questa invasione, ma sono i confini di Grecia, Romania, Bulgaria, Ungheria e Serbia in primis, e poi Austria, Germania, Inghilterra e Francia in seconda battuta, che stanno collassando; ormai reti e filo spinato non bastano più a contenere le migliaia di profughi e nemmeno l’eventuale interruzione dell’operazione FRONTEX potrebbe mai portare ad una fine o ad un rallentamento di questa Invasione.

Certamente io non sono un burocrate politico, quindi forse non riesco (come molti) a capire le ragioni legali e/o politiche che spingono tutte le nazioni europee a esitare ad agire con i mezzi e gli assetti a disposizione. Ma di una cosa sono sicuro, come già detto da me in precedenza, questa invasione é solo un grande e moderno cavallo di Troia. Certamente, nella massa di migranti molti sono poveri, forse disperati, forse solo in cerca di una vita migliore, ma sappiamo ormai tutti, anche perché confermato da servizi segreti di mezzo mondo, che tra i tanti “disperati” si celano moltissimi delinquenti, o ancora peggio terroristi!

Platone dicevaUn fatto che molti sembrano sottovalutare (ed in questo caso includo anche tutti i cittadini che in un modo o nell’altro supportano questa immigrazione) é che il problema non sta solo nei possibili delinquenti che stiamo ospitando, né tantomeno nell’altissimo numero di nuovi possibili cittadini Europei che avremo, ma risiede nello stravolgimento improvviso che il delicato equilibrio delle nostre società sta per subire (in realtà lo stiamo già subendo)! Non ho mai pensato che altre culture o ideologie potessero essere in qualsimodo pericolose per me o i miei amici o altri, e non ho mai avuto problemi a vedere altre culture entrare in Europa ed affermarsi come tali, ma tra un passaggio lento e proporzionato, dove ogni cultura e nuova idea viene assimilata con le giuste tempistiche, ad un drastico ed immediato stravolgimento delle nostre abitudini, culture, idee, e modi di fare c’è una grossa differenza. Questo stravolgimento, legato a fatti storici ancora nella memoria dei nostri padri, alla situazione economica precaria, ai vari allarmismi creati da fatti recenti, ed al forte e profondo divario culturale tra noi ed i popoli migranti, non possono tramutarsi in qualcosa di buono bensì diverranno la leva che scatenerà la furia dei popoli.

Ma allora quale può essere la soluzione a tale problema?

xmuro-ungheria-agosto-danilo.amelotti.com.trincea.immigrazioneQui ci ricolleghiamo al titolo che ho voluto dare a questo mio articolo: l’attuale situazione con i migliaia di migranti che spingono alle frontiere delle nostre nazione non é altro che una guerra di trincea combattuta con armi diverse e da enti diversi. In una guerra di trincea normale, i confini dei due belligeranti sono per l’appunto tracciati dalle rispettive trincee… i due o più partiti dello scontro cercano in tutti i modi di forzare queste trincee per poter quindi invadere lo stato, o territorio avversario. In queste guerre si usano chiaramente armi da fuoco, filo spinato, cavalli di frisa, mine etc. Oggi con questo fenomeno migratorio la guerra la si sta combattendo in trincee a volte invisibili (quando i confini sono sul mare) a volte più chiare (quando i confini sono difesi da lunghe reti coperte di filo spinato). Le armi di questa guerra sono la politica (inefficiente), le foto e le testimonianze di poveri migranti allo stremo, o addirittura le immagini raccapriccianti di bambini cadaveri sulle spiagge!

victims-danilo-amelotti.comAllora, senza soffermarmi sul potere di queste ultime armi, vorrei palesare a tutti che sempre di guerra di trincea si parla, per vincerla bisogna avanzare e conquistare i territori nemici, anche perche, mentre in una vera guerra la stasi protratta delle posizioni porta “semplicemente” alla morte di migliaia di soldati ma alla preservazione del territorio interno, in questa guerra di trincea la stasi protratta ci sta portando alla rovina. In poche parole noi abbiamo solo due possibilità: mantenere le posizioni come sono ora, e quindi perderla miseramente perché sia le invasioni sia le centinaia se non migliaia di morti continueranno senza sosta, oppure decidere di spostare le nostre trincee più avanti, ergo occupare quei buchi lasciati dalla caduta dei governi libico e siriano!!!

Non sto ovviamente dichiarando guerra a nessuno, né tantomeno ho idee conquistatrici (che lascio a tutti i nostalgici di altri tempi), bensì sto semplicemente e freddamente valutando i fatti e cercando la strategia migliore per porre fine a questa tragedia subita non solo da chi muore nei barconi o sulle spiagge, non solo da chi cerca disperatamente una nuova terra dove cominciare una vita nuova, ma anche da tutti quei cittadini europei che oggi vivono per strada, senza possibilità alcuna di accedere a quegli aiuti destinati ad ingrassare la ricca e proliferante macchina dell’immigrazione!

last frontier-danilo-amelotti.comQuella che faccio io nel mio piccolo non é una campagna elettorale (non sono un politico né ho velleità politiche) e non é nemmeno un grido maturato da una persona strumentalizzata da partiti politici ed altro… no quello che faccio io è una semplice analisi dei fatti, uno studio delle probabilità che mi porta alla creazione di una strategia di base. Insomma come ho fatto per tanti anni in tante situazioni, analizzo la situazione e cerco di trovare la soluzione migliore, accettandola anche quando essa non sia quella che più aggraderebbe me o chi con me la dovrebbe attuare.

In questa mia analisi non considero ovviamente tutte le paure che i nostri politici Inetti ed incompetenti hanno quando si trovano a dover prendere delle decisioni.; mentre il loro primo problema sono le elezioni e la possibilità che una decisione impopolare possa fargli perdere la “seggiola” (ergo centinaia di migliaia di euro ed un potere farlocco), il mio primo problema è quel bambino morto sulla spiaggia, sono quelle persone Italiane o europee costrette a vivere in una macchina, sono la pace della mia nazione e del mio popolo, e il futuro dei nostri figli.

Allora, in conclusione a questo mio articolo, voglio solo dire che una guerra, che essa sia morale o fisica, materiale o immaginaria, può essere affrontata e vinta solo da chi ha la capacitá di reale analisi delle situazioni in primis e di prendere delle vere decisioni ponderate e serie dopo (anche quando esse possono essere non piacevoli e condurre all’insuccesso popolare). Tutti gli altri sono e saranno sempre solo una lunga lista di perdenti!

Danilo Amelotti

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