Crisi in Repubblica Centrafricana: un fragile punto di svolta

centrafica-daniloamelotti-com-mappaINCORAGGIANTI SEGNALI DI CAMBIAMENTO – Se si volge lo sguardo all’indietro, all’inizio della più grave crisi mai avvenuta nella Repubblica Centrafricana dalla fine del dominio coloniale francese (1960), il peggio appare passato.

Floating along the Serengeti

Sullo stesso tono anche la conferenza per il Centrafrica tenutasi a Bruxelles lo scorso 17 novembre, in cui i rappresentanti di più di 80 paesi hanno a parole rinnovato il loro supporto finanziario alle autorità centrafricane impegnate nel restaurare la pace e la sicurezza del Paese, rinnovare il contratto sociale e rivitalizzare l’economia.

 

 

Obiettivi, quest’ultimi, contenuti nel Piano per il recupero nazionale e la costruzione della pace 2017-2021, documento strategico presentato ufficialmente a Bruxelles da parte del presidente Touadéra, con il benestare dell’Unione Europea, della Banca mondiale e delle Nazioni Unite. Fa pensare di essere sulla strada giusta – quella della buona politica basata sulla consultazione delle diverse parti sociali – il fatto che la formulazione di questo piano quinquennale, su cui l’attività del governo dovrebbe fondarsi, riposa sulla consultazione di ben 14 mila persone, coinvolte in incontri bilaterali tra governo e parti sociali, rappresentanti del settore privato, esperti tecnici e finanziari, e al livello popolare, con workshop e distribuzione di questionari in 16 prefetture del paese.

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Questo approccio conferma le buoni   intenzioni che sono state alla base del Forum sulla riconciliazione nazionaleorganizzato nel maggio 2015 a Bangui, a cui presero parte più di 600 partecipanti in rappresentanza delle parti sociali, dei partiti politici, dei media, dell’associazionismo, delle religioni. Questo ottimismo è confermato dall’entusiastica accoglienza riservata al presidente Touadéra al suo rientro da Bruxelles il 22 novembre, che ha precisato «Non sono rientrato a casa con i contanti, ma con la promessa di riceverli».

LO STALLO DELLA POLITICA INTERNA – La crisi centrafricana è diventata una tragedia umanitaria per via dello scontro tra due gruppi armati, ex-Seleka e anti-Balaka, coalizioni multiformi e disomogenee.  Gli Ex-Seleka appartengono alla minoranza musulmana, sono originari delle regioni settentrionali del paese, molti provengono dal Chad e dal Sudan. Gli Anti-Balaka sono gruppi di autodifesa composti da individui di fede cristiana e animista, sorti spontaneamente in reazione alla presa del potere dei Seleka a Bangui nel marzo 2013 e alle violenze perpetrate sui civili. Questo scontro tra gruppi armati è divenuto violenza inter-comunitaria, alimentata dall’identificazione dei civili con le due parti in conflitto. Questa dimensione civile del conflitto ha causato un significativo ridimensionamento della minoranza musulmana attraverso la pulizia etnica e la rimozione forzata, centinaia di migliaia di sfollati e rifugiati, e migliaia di morti tra i civili.

Metà della popolazione centrafricana è ancora in uno stato di bisogno e di insufficienza alimentare, 385.000 sono gli sfollati interni e 466.000 sono i rifugiati nei paesi confinanti (Chad, Cameron, Repubblica Democratica del Congo e Congo). Nonostante siano in crescita i rientri degli sfollati interni (in ottobre 3500, nel 2016 circa 200000) è difficile prevedere quando e secondo quali modalità rifugiati e sfollati ritorneranno nelle loro case, anche alla luce della perenne minaccia che incombe sulla vita dei profughi residenti negli 89 siti per sfollati ad oggi presenti nel paese. L’uccisione di 37 civili, il ferimento di altri 56 e la fuga di migliaia di sfollati dal campo protetto dalle forze ONU nei dintorni della cittadina di Kaga Bandoro (nord-ovest del paese) lo scorso 12 ottobre, testimonia quanto vulnerabile sia la vita umana in Repubblica Centrafricana e quanto sia inefficace la protezione garantita dalla missione internazionale MINUSCA (ora unica forza internazionale rimasta a garantire la protezione dei civili a seguito della conclusione dell’operazione Sangaris alla fine dello scorso ottobre).

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TOUADERA RISCHIA GROSSO – Al di là del favore guadagnato sul piano internazionale, la leadership interna di Touadéra corre seri pericoli di essere destabilizzata dalla frustrazione delle fazioni ex-Seleka che hanno richiesto di occupare posizioni governative, di essere reintegrati nelle forze di difesa e sicurezza nazionale e di implementare politiche più inclusive nei confronti della minoranza musulmana, come precondizione ai negoziati sul disarmo. I negoziati per il disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione dei gruppi armati – considerati il nodo più difficile da sciogliere per un’evoluzione positiva della crisi – sono in una fase di stallo. Solo lo sblocco di questa situazione e il raggiungimento di un accordo tra le parti non renderà vani gli sforzi per risolvere questa crisi. La “luna di miele” del presidente Touadéra con il microcosmo politico di Bangui pare essersi conclusa. Malcontento nei suoi confronti è stato espresso anche da leader religiosi e organizzazioni civili. Da ultimo, nuove mire di potere vengono avanzate dal clan del ex-presidente Bozizè, nelle vesti del figlio Francis, che intende porre riparo al flop politico del padre alle presidenziali.

COSA FARE PER USCIRE DALLA CRISI – La crisi in corso, acuitasi a causa del conflitto, è precedente ad esso ed è multidimensionale (umanitaria, economico, politica, sociale, di sicurezza della vita umana). Ha radici profonde, difficili da estirpare: povertà estrema e sottosviluppo, sbilanciamento tra capitale e periferie del paese, svuotamento del sistema statale giudiziario, sanitario e scolastico, diffidenza ed esclusione della minoranza musulmana, mancanza di coesione sociale e forte tensione tra diversi gruppi sociali, economici, etnico e religiosi, cultura dell’impunità, potere corrotto e privo di legittimità popolare. Il nuovo corso politico cominciato nel 2016 si dimostrerà all’altezza solo se si interverrà sulle radici profonde della crisi. Questo significa offrire un’alternativa alla violenza, a cui la popolazione centrafricana ha fatto ricorso come ultima risorsa per sopravvivere a un drammatico status quo.

             …VISITA L’ARTICOLO ORIGINALE AL LINK:

Crisi in Repubblica Centrafricana: un fragile punto di svolta

Libia, ira contro Italia: “Vostre navi da guerra in nostre acque”

Quindi mentre i Libici sembrano essere incapaci di fermare i migranti dal buttarsi a mare in cerca di una nuova vita nel vecchio continente… Mentre l’ISIS gira indisturbato sul territorio Libico… Mentre oltre 50 fazioni si scannano quotidianamente nel tentativo di conquistare il potere sulla Libia, I libici hanno tempo e risorse per far alzare in volo i loro caccia militari per controllare tre navi fantasma che parrebbero esser state in fronte alle loro coste…

Non so per voi che leggete, ma per me queste notizie fanno acqua da tutte le parti!

Danilo Amelotti

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Segue articolo come da titolo

ROMA – Ira del governo libico contro l’Italia per alcune navi da guerra italiane che sarebbero entrate nelle acque territoriali della Libia, “senza autorizzazione”.

In un comunicato apparso su Facebook e Twitter, Tobruk afferma che le tre navi sarebbero state avvistate sabato “nei pressi delle coste di Bengasi, a Daryana, circa 55 km a est della città”. E non manca di “condannare con fermezza” la presunta violazione, aggiungendo che utilizzerà “ogni mezzo per proteggere la nostra sovranità”.

Ma fonti della Difesa smentiscono categoricamente: né le unità militari di “Mare Sicuro”, la missione nazionale italiana per il controllo e l’assistenza ai migranti, né le navi di Eunavformed, la missione europea di sorveglianza al largo delle coste libiche, erano in zona o comunque sono entrare nelle acque territoriali libiche. Tuttavia la secca smentita non è bastata a placare l’odio l’odio antitaliano che sta montando in Libia.

Il cimitero cattolico italiano di Tripoli Hammangi è stato infatti di nuovo devastato. Lo ha fatto sapere all’Ansa, l’Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia (Airl), facendo pervenire anche delle fotografie.

Tobruk invita l’Italia “a rispettare i trattati firmati tra i due Paesi” e bolla “l’ingresso delle navi italiane come un atto contrario a tutti gli accordi internazionali ratificati dall’Onu”.

Il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi, citato dai media locali, ha infine specificato che l’aviazione libica ha fatto decollare ieri, in tarda serata i suoi caccia militari per “monitorare l’attività delle navi da guerra italiane”.

Source: Libia, ira contro Italia: “Vostre navi da guerra in nostre acque”Blitz quotidiano

I FUCILIERI DI MARINA TRATTATI PEGGIO DEL TERRORISTA DEL BARDO DI TUNISI!

I FUCILIERI DI MARINA TRATTATI PEGGIO DEI TERRORISTI DEL BARDO DI TUNISI! danilo-amelotti.comVorrei che tutti leggendo questo mio breve articolo fossero in grado (al meno per un momento) di non pensare in modo politico o di parte… Mi piacerebbe poteste per una volta evitare di pensare ai Fucilieri di Marina come soldati, e pensare a loro come persone, uomini fatti di pelle e ossa.

A questo punto vi inviterei a riflettere sulle frasi nell’immagine, fatte di parole e concetti semplici, non politici (perché non presentati da un partito o da un politico in cerca di voti, ma da un cittadino Italiano) ne tantomeno di parte.

Si è molto parlato di Greta e Vanessa quando furono “riscattate” dai terroristi Islamici in Siria, e si parla ogni giorno di rifugiati di guerra. Tutti, secondo le voci di molti, meritano il nostro aiuto e supporto. Greta e Vanessa in quanto cittadine Italiane, nonostante il loro madornale ‘errore” meritavano di essere ricondotte in patria sane e salve, ed il terrorista del Bardo di Tunisi deve rimanere su territorio Italiano perché in Tunisia vige la pena di morte (e noi Italiani Aberriamo la pena di morte).

Quando invece, è stata, è, e sarà ora di riportare due dipendenti dello stato Italiano a casa, allora vediamo fare passi indietro, e vediamo addirittura accettare di rinviarli in una nazione che attua la pena di morte (sempre quella pena di morte che l’Italia dovrebbe Aberrare)!

Il terrorista del bardo-danilo-amelotti.comAllora se forse, come dicevo in principio, smetteste di pensare come vi dicono di pensare i vostri politici preferiti, o i vostri ideali arcobaleno, e pensaste da umani che vedono altri umani vittime di giochi di potere, riuscirete a percepire come le leggi siano fatte per soddisfare le necessità dei pochi a svantaggio dei molti! E si, perché possiamo anche pensare che i due Fucilieri siano Colpevoli (cose ormai decisamente e seriamente smentite da più fonti: Marò, ora l’India ammette: “I proiettili non erano loro”. — Saremo Veramente ad una svolta sul caso dei Maro’ Salvatore e Massimo?) ma non possiamo proprio pensare che un terrorista straniero (o presunto tale) meriti di essere protetto entro i confini nazionali Italiani da una possibile pena di morte, mentre due dipendenti dello stato Italiano possano addirittura essere rimandati li dove la pena di morte esiste!

Concludo dicendovi, Vanessa e Greta, il terrorista (o sospetti di tali accuse) del Bardo di Tunisi, e molti altri sono tutti “salvi” o fermi sul nostro territorio perché fanno comodo alla politica, per propaganda, per buonismo, per ignoranza, ma soprattutto per i Voti… I fucilieri di marina invece, non fanno comodo a nessuno, sono solo due “cose” da abbandonare nella speranza che prima o poi, anche l’ultimo baluardo di convinti difensori abbandoni la causa e si possa definitivamente mettere tutto a tacere (soprattutto le colpe di chi per motivi da accertare li ha venduti al miglior offerente)!!

Danilo Amelotti

I FUCILIERI DI MARINA TRATTATI PEGGIO DEI TERRORISTI DEL BARDO DI TUNISI! danilo-amelotti.com

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ed io commento: Stupendo discorso di Putin sull’identità cristiana 

Stupendo discorso di Putin sull’identità cristiana e sulla deriva antropologica degli stati occidentali e la loro sistematica distruzione delle loro radici umane e cristiane, senza le quali, si ritorna al primitivismo da cui il Vangelo e la Chiesa ci hanno affrancati.

Forse mi ripeto,

ma la russia e tutte le sue Istituzioni, nei decenni passati sono sempre stati il Nemico della democrazia e dell’occidente.  All’epoca dei muri e della guerra fredda la Russia era considerata Il demonio, ed ogni cittadino di quella terra era o Nemico o persona da salvare da oppressione e dittatura.

Non che all’epoca ciò non fosse vero, e non che i passati governanti o reggenti Russi non fossero (in fin dei conti) dei meri e talvolta spietati dittatori (o forse non voglio realmente credere che tutto quel che ci insegnavano, dicevano ed inculcavano fosse falso): ma oggi la frittata si sta girando, e quelli che erano nemici stanno diventando gli unici alleati, mentre quelli che erano amici, stanno diventando dei dittatori.

Le mie sono forse affermazioni forti, ma cerchiamo di capire che Identità nazionale, identità culturale, libertà “VERA” di pensiero e di parola iniziano realmente a sparire sotto colpi di “democrazie imposte” e strategie folli.  Noi oggi viviamo i nostri governi con la paura, con l’abbandono del credo, e con la massima sfiducia in quello che potrà essere il nostro futuro.  E giorno dopo giorno, video dopo video, parola dopo parola, molti iniziano ad accorgersi che di là da quel muro o confine che ieri era la nostra protezione, oggi sembra esserci un  “salvatore”, o perlomeno, l’unica persona in grado di dire come stanno le cose e capace di mandare avanti un idea “democratica ma vera e severa”.

Personalmente non credo che ci possa essere uno stravolgimento totale degli assetti e che chi ieri era cattivo oggi sia solo buono e chi ieri era buono, oggi sia completamente il cattivo, ma la cosa mi fa riflettere molto e spero, anzi prego che faccia riflettere molti, soprattutto coloro i quali oggi e domani hanno la responsabilità di governare le nostre nazioni! Per ora lasciatemi dire che le parole ascoltate in questo (come in altri) discorso di Putin sono da me condivise al 100%.

Danilo Amelotti

Source e video a : Stupendo discorso di Putin sull’identità cristiana – gloria.tv

Police raids to crackdown on ISIS stronghold in Europe as extremists secretly buy up land – Mirror Online

The swoops follow an exclusive Sunday Mirror investigation which revealed that IS had developed new training grounds in Balkan countries.

Local security services have staged a series of raids in Balkan countries following revelations that Islamic State terrorists have been secretly buying up land in mainland Europe.

The swoops follow an exclusive Sunday Mirror investigation which revealed that IS had developed new training grounds in the region.

Locals in the Bosnian village of Osve told our investigators that they regularly heard gunshots and a terrorism expert warned that the village is “a major threat” after it become a hideout for terrorists on the run, and a training centre for new recruits before they go to fight in Syria and Iraq.

Raids took place in five major cities across Macedonia, including the capital Skopje, and were aimed at smashing a network of recruiters and organisers for the terrorist group.

Macedonian police raided 25 homes, the Yaya Pasha and Tutunsuz mosque in Skopje, an internet cafe and the offices of two Islam-linked NGOs identified as Spark of Grace and Islamic Youth.

The nine arrested are aged between 19 and 49 and have all been detained for 30 days as police continue their investigation.

Now a senior police source in Kosovo has warned that IS is preparing a huge attack on mainland Europe.

The nine arrested are aged between 19 and 49 and have all been detained for 30 days as police continue their investigation.

Now a senior police source in Kosovo has warned that IS is preparing a huge attack on mainland Europe.

“When the attack comes it will come from Europe, not Syria.”

The entire region is now on red alert and police in Macedonia admitted this week that they have arrested nine IS terrorists and revealed they are hunting 27 more.

Interior minister Mitko Chavkov said: “The mere fact that these people were present on those battlefields and have returned here is an indicator that terrorist acts against Macedonia are a real possibility.”

Source: Police raids to crackdown on ISIS stronghold in Europe as extremists secretly buy up land – Mirror Online

Germany puts army on standby after its generous approach to migrants backfires 

GERMANY has put 4,000 troops on standby as the country buckles under the pressure of the record-breaking number of migrants arriving in the country.

GETTY

4,000 troops are on standby as Germany struggles to cope with the migrant influxThe German Defence Minister has admitted that the country verges on “an emergency” after cracks have begun to emerge in the ‘German generosity’.

Germany has been viewed as a leader on Europe’s worst refugee crisis for 70 years, with Chancellor Angela Merkel’s expectation that the country will take in 800,000 this year alone.  However, the move appears to have backfired as German towns struggle to process the unprecedented number of arrivals.

Defence Minister Ursula von der Leyen said: “For this weekend alone we have put 4,000 soldiers on standby.”He added that the troops would be able “to pitch in in an emergency”.More migrants have arrived at Munich’s train station since the start of September than in the whole of 2014. About 120,000 refugees arrived in Munich in August and more than 25,000 came last weekend.

GETTY

Some in Germany have questioned Merkel’s ‘generous’ responseForeign Minister Frank-Walter Steinmeier added that about 40,000 migrants are expected this weekend alone.  However, some in Germany have questioned the impact of the country’s response. On Wednesday, the leading conservative newspaper Allgemeine Zeitung wondered if the “heterogenous crowds” could really be transformed into “constitutionally loyal” citizens and taxpayers.Saudi Arabia have controversially offered to help Germany cope by building at least 200 mosques.  The rich Gulf state said it would build one mosque for every 100 Middle Eastern refugees who entered Germany. The German army order follows a move by the Hungarian parliament to pass laws to allow its forces to use rubber bullets and tear gas on migrants.More than 170,000 migrants have been recorded entering Hungary so far this year.Janos Lazar, chief of the Hungarian cabinet, admitted that the possibility of terrorism is growing in Hungary following the refugee crisis. The decision means that thousands of armed soldiers will be assembled across the Hungarian border with Serbia. Prisoners have also been drafted in to build 10km of 13ft fencing every day.

Source: Germany puts army on standby after its generous approach to migrants backfires – mmc-news.com

E MENTRE L’EUROPA LOTTA CONTRO L’INVASIONE DI CLANDESTINI, LA CINA COSTRUISCE CITTÀ FANTASMA IN AFRICA… Quindi?!?!

 

 

Ebbene si, come leggerete dall’articolo che segue questo mio breve commento, o come potrete vedere dal video, la Cina si sta creando una nuova terra dove mandare i milioni di cittadini in esubero… Tutti ormai abbiamo visto come i Cinesi abbiano conquistato silenziosamente i mercati e le piazze occidentali (sia Europee che Americane), e tutti (più o meno) alimentiamo il “brusio” della protesta.  Ma nessuno (o quasi) si sofferma a guardare fuori dagli schemi, e chiedersi “perché”? oppure “quindi”?

Cercherò velocemente di stuzzicare la vostra curiosità o attenzione, nella speranza che qualche voce in più (oltre alla mia ed a quella dal quale ho “preso in prestito l’articolo”) posano iniziare a riecheggiare nel web!

Vediamo quindi quali sono i punti salienti di questa migrazione e delle recenti azioni dei nostri governi Europei:

  • se avete letto il mio precedente articolo “IMMIGRAZIONE: L’EVOLUZIONE DELLE GUERRE DI TRINCEA” già saprete motivi e durata di questa migrazione di massa… detto  nuovamente in parole povere, la caduta di Syria e Libia hanno creato un corridoio naturale privo di controlli, che permette e/o spinge centinaia di migliaia (se non milioni) di persone a cercare una nuovo inizio nel vecchio continente.
  • Se il buco venutosi a creare con la situazione Siriana potrebbe essere visto da molti come causa di un problema interno Siriano (poi degenerato in conflitto), il buco che si è venuto a creare nella Libia e di sola responsabilità Europea: infatti fu la Francia (seguita a breve dalle altre nazioni europee e dagli USA) a decidere di bombardare la Libia per “liberarla dal dittatore Mu’ammar Gheddafi (vi consiglio di cliccare sul link ed andare a leggere il trafiletto sul perché “sembra” che L’uccisione di Gheddafi sarebbe nata per evitare la divulgazione delle notizie degli stretti rapporti che legavano l’ex leader libico a Nicolas Sarkozy).
  • Tra i migranti, come evidenziato dall’immagine seguente, si trovano molte etnie e nazionalità, ma con i proclami politici recenti, l’Europa ed i suoi “governanti” sembrano interessarsi solo ai Syriani, i quali legittimamente “scappano da una guerra”, mentre si disinteressano completamente di quelli provenienti da ogni altra nazione illustrata nell’immagine.  Eppure loro, come potrete leggere nell’articolo che segue, scappano da schiavitù e governi corrotti!

    http://e.infogr.am/nazionalita_dei_migranti_sbarcati?src=embed
    http://e.infogr.am/nazionalita_dei_migranti_sbarcati?src=embed

Alla luce di quanto sopra, e dell’articolo che segue, mi viene da chiedermi il perché di queste azioni e politiche scellerate.  Certamente io non sarò mai la persona che dice che non dobbiamo ospitare rifugiati di guerra, ma non sarò nemmeno mai la persona che ignora che all’esterno dell’immagine che ci vogliono trasmettere politici e media pilotati c’è ben di più.  Queste città fantasma costruite dai Cinesi, lo sfruttamento selvaggio che stanno operando in Africa, la questione dei migranti e dell’inarrestabile invasione che stiamo subendo, e tutti i proclami politici e mediatici di questi tempi recenti, non possono essere semplici fattori singoli, ma fanno tutti parte di un disegno più grande!

Lascio quindi a voi la facoltà di trovare risposta a questa somma di fattori, sicuro che nemmeno uno di voi finirà di leggere questo articolo pensando che sia “giusto un caso”.

Danilo Amelotti  (P.S. segue l’articolo sulle città fantasma)

I palazzinari cinesi si stanno dando molto da fare in Africa. Nova Cidade de Kalimba è una moderna città africana costruita da investitori cinesi in Angola e composta da circa 750 edifici di otto piani.Nei progetti degli investitori, la città doveva raccogliere circa 500 mila abitanti, ma un inquietante filmato mostra come la selvaggia urbanizzazione cinese rischia di creare la prima “città fantasma” dell’Africa. Il costo dell’operazione si aggira sui 2,5 miliardi di euro, ma si tratta solo di una frazione del fiume di denaro che la Cina sta investendo in Africa.Costruita alla periferia di Luanda, la capitale angolana, Nova Cidade de Kalimba, oltre ai 750 blocchi di appartamenti, conta una dozzina di scuole e più di 100 locali commerciali, ma non ci sono abitanti! Come mai? Pare che il prezzo di un appartamento si aggiri sui 90 mila euro, una cifra esorbitante rispetto al magro reddito medio della popolazione locale che ancora vive nelle baraccopoli. Città fantasma … Come riporta il Daily Mail, numerose “Chinatown” stanno nascendo in tutta l’Africa, dalla Nigeria alla Guinea equatoriale, nel Ciad, nel Sudan, ma anche in Zambia, Zimbawe e Mozambico. Insomma, la Cina considera il continente nero un investimento cruciale per il futuro, stringendo una vera e propria morsa sul continente dal sapore neo coloniale che in futuro potrebbe fare dell’Africa un continente satellite.

Source: PERCHÈ LA CINA STA COSTRUENDO CITTÀ FANTASMA IN AFRICA? | Verita’ Globale

IMMIGRAZIONE: L’EVOLUZIONE DELLE GUERRE DI TRINCEA

IMMIGRAZIONE- L’EVOLUZIONE DELLE GUERRE DI TRINCEA-danilo-amelotti.comIn quest’ultimo anno si sono ripetute e scandite in tutti i mezzi di comunicazione notizie riguardanti l’immigrazione di massa che sta colpendo non solo l’Italia o l’Europa, bensì tutto il mondo occidentale.

Mentre politici di ogni specie e razza si affannano a incolpare le parti politiche avverse di responsabilità e mala gestione (con l’aggravante che questo atteggiamento ha solo fini propagandistici ed elettorali e non di reale preoccupazione per la situazione), mentre le guerre all’ISIS e tutte le altre organizzazioni Terroristiche dilagano nel mondo, e ancora mentre tutti i popoli assistono a questi fenomeni da meri spettatori alla stregua degli antichi romani quando assistevano alle carneficine nelle arene, nessuno sembra rendersi conto che i tempi delle parole e delle belle scenette in TV sono finiti.

Non abbiamo più tempo per organizzare lunghe e INUTILI conferenze sul “fenomeno dell’Immigrazione”, o cercare accordi bi o tri o quadri o penta-laterali per risolvere in qualche modo un’emergenza che “d‘emergenza” ormai ha perso tutto.

Non possiamo infatti più chiamare emergenza una routine che dura da ormai quattro anni; anche se un minimo d’immigrazione clandestina si è sempre verificata, è stato con l’inizio della primavera araba (fine 2010, inizio 2011) seguito a breve dall’inizio della guerra civile in Siria (15 Marzo 2011) e la successiva deposizione e uccisione del leader libico Gheddafi (20 ottobre 2011) che questa invasione di massa ha avuto la massima accelerata. Semplicemente con il crollo di Siria e Libia, non solo è venuto a mancare un serio controllo sui confini delle stesse nazioni, ma si è anche creato un immenso corridoio fuori da qualsiasi controllo dove chiunque abbia il desiderio di migrare verso i paesi Europei o occidentali può trovare una “facile” via.

merkel-renzi-dubbio-danilo-amelotti.comSenza tornare a descrivere le mille mosse incerte e sconsiderate fatte da tutta la comunità europea, ed in primis dall’incapace governo Italiano, oggi noi ci ritroviamo ad essere ad un passo dal baratro della rovina delle nostre società e della nostra “bella vita”.

Seppur io non abbia mai ritenuto di essere un pessimista o un catastrofista, non posso esimermi dal vedere come le cose stiano velocemente degenerando, e come tutti i governi europei siano ormai arrivati al capolinea delle loro strategie di controllo della crisi. Ormai, infatti, non è solo più il confine Italiano (di per sé indifendibile da tali fenomeni trovandosi esso in mare) che subisce questa invasione, ma sono i confini di Grecia, Romania, Bulgaria, Ungheria e Serbia in primis, e poi Austria, Germania, Inghilterra e Francia in seconda battuta, che stanno collassando; ormai reti e filo spinato non bastano più a contenere le migliaia di profughi e nemmeno l’eventuale interruzione dell’operazione FRONTEX potrebbe mai portare ad una fine o ad un rallentamento di questa Invasione.

Certamente io non sono un burocrate politico, quindi forse non riesco (come molti) a capire le ragioni legali e/o politiche che spingono tutte le nazioni europee a esitare ad agire con i mezzi e gli assetti a disposizione. Ma di una cosa sono sicuro, come già detto da me in precedenza, questa invasione é solo un grande e moderno cavallo di Troia. Certamente, nella massa di migranti molti sono poveri, forse disperati, forse solo in cerca di una vita migliore, ma sappiamo ormai tutti, anche perché confermato da servizi segreti di mezzo mondo, che tra i tanti “disperati” si celano moltissimi delinquenti, o ancora peggio terroristi!

Platone dicevaUn fatto che molti sembrano sottovalutare (ed in questo caso includo anche tutti i cittadini che in un modo o nell’altro supportano questa immigrazione) é che il problema non sta solo nei possibili delinquenti che stiamo ospitando, né tantomeno nell’altissimo numero di nuovi possibili cittadini Europei che avremo, ma risiede nello stravolgimento improvviso che il delicato equilibrio delle nostre società sta per subire (in realtà lo stiamo già subendo)! Non ho mai pensato che altre culture o ideologie potessero essere in qualsimodo pericolose per me o i miei amici o altri, e non ho mai avuto problemi a vedere altre culture entrare in Europa ed affermarsi come tali, ma tra un passaggio lento e proporzionato, dove ogni cultura e nuova idea viene assimilata con le giuste tempistiche, ad un drastico ed immediato stravolgimento delle nostre abitudini, culture, idee, e modi di fare c’è una grossa differenza. Questo stravolgimento, legato a fatti storici ancora nella memoria dei nostri padri, alla situazione economica precaria, ai vari allarmismi creati da fatti recenti, ed al forte e profondo divario culturale tra noi ed i popoli migranti, non possono tramutarsi in qualcosa di buono bensì diverranno la leva che scatenerà la furia dei popoli.

Ma allora quale può essere la soluzione a tale problema?

xmuro-ungheria-agosto-danilo.amelotti.com.trincea.immigrazioneQui ci ricolleghiamo al titolo che ho voluto dare a questo mio articolo: l’attuale situazione con i migliaia di migranti che spingono alle frontiere delle nostre nazione non é altro che una guerra di trincea combattuta con armi diverse e da enti diversi. In una guerra di trincea normale, i confini dei due belligeranti sono per l’appunto tracciati dalle rispettive trincee… i due o più partiti dello scontro cercano in tutti i modi di forzare queste trincee per poter quindi invadere lo stato, o territorio avversario. In queste guerre si usano chiaramente armi da fuoco, filo spinato, cavalli di frisa, mine etc. Oggi con questo fenomeno migratorio la guerra la si sta combattendo in trincee a volte invisibili (quando i confini sono sul mare) a volte più chiare (quando i confini sono difesi da lunghe reti coperte di filo spinato). Le armi di questa guerra sono la politica (inefficiente), le foto e le testimonianze di poveri migranti allo stremo, o addirittura le immagini raccapriccianti di bambini cadaveri sulle spiagge!

victims-danilo-amelotti.comAllora, senza soffermarmi sul potere di queste ultime armi, vorrei palesare a tutti che sempre di guerra di trincea si parla, per vincerla bisogna avanzare e conquistare i territori nemici, anche perche, mentre in una vera guerra la stasi protratta delle posizioni porta “semplicemente” alla morte di migliaia di soldati ma alla preservazione del territorio interno, in questa guerra di trincea la stasi protratta ci sta portando alla rovina. In poche parole noi abbiamo solo due possibilità: mantenere le posizioni come sono ora, e quindi perderla miseramente perché sia le invasioni sia le centinaia se non migliaia di morti continueranno senza sosta, oppure decidere di spostare le nostre trincee più avanti, ergo occupare quei buchi lasciati dalla caduta dei governi libico e siriano!!!

Non sto ovviamente dichiarando guerra a nessuno, né tantomeno ho idee conquistatrici (che lascio a tutti i nostalgici di altri tempi), bensì sto semplicemente e freddamente valutando i fatti e cercando la strategia migliore per porre fine a questa tragedia subita non solo da chi muore nei barconi o sulle spiagge, non solo da chi cerca disperatamente una nuova terra dove cominciare una vita nuova, ma anche da tutti quei cittadini europei che oggi vivono per strada, senza possibilità alcuna di accedere a quegli aiuti destinati ad ingrassare la ricca e proliferante macchina dell’immigrazione!

last frontier-danilo-amelotti.comQuella che faccio io nel mio piccolo non é una campagna elettorale (non sono un politico né ho velleità politiche) e non é nemmeno un grido maturato da una persona strumentalizzata da partiti politici ed altro… no quello che faccio io è una semplice analisi dei fatti, uno studio delle probabilità che mi porta alla creazione di una strategia di base. Insomma come ho fatto per tanti anni in tante situazioni, analizzo la situazione e cerco di trovare la soluzione migliore, accettandola anche quando essa non sia quella che più aggraderebbe me o chi con me la dovrebbe attuare.

In questa mia analisi non considero ovviamente tutte le paure che i nostri politici Inetti ed incompetenti hanno quando si trovano a dover prendere delle decisioni.; mentre il loro primo problema sono le elezioni e la possibilità che una decisione impopolare possa fargli perdere la “seggiola” (ergo centinaia di migliaia di euro ed un potere farlocco), il mio primo problema è quel bambino morto sulla spiaggia, sono quelle persone Italiane o europee costrette a vivere in una macchina, sono la pace della mia nazione e del mio popolo, e il futuro dei nostri figli.

Allora, in conclusione a questo mio articolo, voglio solo dire che una guerra, che essa sia morale o fisica, materiale o immaginaria, può essere affrontata e vinta solo da chi ha la capacitá di reale analisi delle situazioni in primis e di prendere delle vere decisioni ponderate e serie dopo (anche quando esse possono essere non piacevoli e condurre all’insuccesso popolare). Tutti gli altri sono e saranno sempre solo una lunga lista di perdenti!

Danilo Amelotti

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“ABOLIRE LA GUARDIA COSTIERA”: LA NUOVA FOLLIA DI RENZI E DEL PD | Sostenitori delle Forze dell’Ordine

Seppur io riconosca che il numero di istituzioni dedite al controllo del nostro paese potrebbe essere “ridotto” in favore di una migliore gestione delle risorse e del personale, e per una migliore coordinazione delle operazioni, non ritengo lecito il modo con il quale il nostro attuale governo effettui questi cambiamenti.

Alla luce di quanto descritto nell’articolo che segue, ci possiamo quindi immaginare che, non appena se ne verifichi l’opportunità, il Governo Renzi potrà anche apportare altre modifiche e cambiamenti ben più sostanziali (non che questo non lo sia), arrivando addirittura ad accettare la proposta della Sig.ra Bordini di avere delle forze armate “disarmate”.

Il punto della mia preoccupazione non sono quindi le riforme o i cambiamenti, bensì il modo con il quale essi vengono fatti.  Come allora successe per il nostro Inno “violentato” per non mettere in bocca a dei bambini la parola morte, e come ora sta succedendo con un corpo meritevole ed importante come quello della Guardia Costiera tagliato senza batter ciglio, qualunque cambiamento potrebbe essere fatto senza mai interpellare chi di dovere!

Questo modo di agire io non lo chiamerei proprio Democratico, bensì “dittatoriale”! Ma non penso ci sia da meravigliarsi troppo, in fin dei conti questo governo non lo ha votato nessuno!

Vi lascio all’articolo preso da “sostenitori.info e scritto da Chiara Giannini.

Il disegno del governo Renzi, ovvero eliminare le Forze armate, si sta compiendo. Dopo la Forestale, ora il Pd vuol eliminare anche le Capitanerie di porto. L’Italia ha oggettivamente la migliore Guardia Costiera europea e del Mediterraneo. Sarebbe il caso di valorizzarla e di darle merito per il nobile mestiere che svolge, soprattutto in occasione del sui 150 anni d storia. Invece no, troppo efficiente per farla sopravvivere. Con un semplice emendamento, senza informare il ministro competente delle Infrastrutture Del Rio e tanto meno i vertici della Guardia Costiera e le rappresentanze militari, si decide in un solo colpo di cancellare un Corpo storico come quello delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera che tra 2 settimane festeggerà il suo anniversario. 11mila “Guardia coste”, uomini che nel silenzio quotidiano svolgono atti di eroismo per la sicurezza in mare, saranno “cancellati”. Tutto ciò con costi bassissimi, ma con la massima efficienza della Pubblica Amministrazione. Personale e mezzi quali le navi e le motovedette adatte per i soccorsi, per l’attività di polizia ambientale e tutela dell’ecosistema marino e del pescato, con record di controlli e di reati perseguiti in seguito ad attività di polizia, sono in pratica  da far sparire nel nulla. Infatti, l’emendamento firmato dal relatore della riforma della P.A.  Ernesto Carbone, prevede che la gestione delle risorse economiche dei mezzi e degli uomini della Guardia Costiera passino dalle dipendenze funzionali del ministro delle Infrastrutture al Capo di Stato Maggiore della Marina, attualmente l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Quest’ultimo assumerebbe funzione di Comandante Generale delle Capitanerie. La dizione Guardia Costiera, che sarebbe l’anima operativa del “Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera”, sarebbe soppressa a vantaggio dell’attività della Marina Militare . Si dedurrebbe quindi che le risorse delle infrastrutture per svolgere bene il lavoro di Guardia Costiera passerebbe alla Difesa per svolgere la stessa attività con costosissime navi da guerra. Costose per numeri di equipaggio, per costi di carburante, lente e adatte ad attività belliche. Varie volte l’Ammiraglio de Giorgi aveva manifestato tale obiettivo di sottomettere e piegare il corpo alle proprie dipendenze così come espresso nelle audizioni alle commissioni dipendenti di Camera e Senato, in occasione della festa della Marina.

Ma qualcuno potrebbe mai pensare che l’Esercito Italiano, che svolge l’operazione “Strade Sicure”, potrebbe assorbire la Polizia di Stato o i Carabinieri ai fini della razionalizzazione? Quanto costerebbe e quale efficienza si avrebbe nel fare l’ordine pubblico con i Carri armati? L’economia e la sicurezza del mare, tutelata attraverso l’attività di soccorsi e polizia marittima, quanto ne subirebbe da tutto ciò? Nella migliore delle ipotesi le nuove navi che verranno costruite con gli oltre 5 miliardi stanziati, saranno pronte tra 10/15 anni. Nel frattempo da anni le rappresentanze militari della Guardia Costiera, a gran voce, chiedono di vedersi riconosciuti lo status di Pubblica sicurezza. I “Guardia Coste”, infatti, sono già ufficiali e Agenti di Polizia Giudiziaria e svolgono attività di polizia a 360° in forza di leggi speciali.

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Per fare politica senza fucili ci vogliono le “PALLE”!!! In Risposta all’articolo di Vittorio Feltri “L’Europa dei pirla non sa temere l’odio islamico”

Caro Direttore Feltri,

ho potuto leggere con attenzione il suo articolo “l’Europa dei pirla non sa temere l’odio islamico”  e mi permetta di dirle in tutta franchezza che non mi trova d’accordo.

Onestamente, seppur io condivida con lei i timori di un Islam estremista e minaccioso, e soprattutto di come il nostro sistema politico Italiano ed Europeo sta reagendo sia al problema del terrorismo, sia al problema dell’immigrazione, non riesco onestamente a condividere ne le sue mire guerrafondaie ne tantomeno molte delle idee proposte.  Il suo grido di paura la dice lunga sul sentimento che anima il suo articolo e su come probabilmente ciò’ che lei afferma derivi più da quella paura radicata piuttosto che da una reale analisi della situazione e delle possibili reazioni della nostra società.

Mi permetta di essere un minimo arrogante nelle mie affermazioni, ma io che la guerra l’ho vissuta sulle mie spalle probabilmente ho un idea ben più chiara e lucida di cosa essa possa essere, e soprattutto a dove essa possa portare.

Come ho scritto nel mio articolo “dubbio e terrorismo, un binomio da sconfiggere” non deve essere il dubbio (che poi si tramuta in paura) a gestire e manovrare le nostre decisioni e reazioni, bensì un approfondita analisi della situazione ed una reazione a livello politico forte e decisa, che infonda da una parte la tranquillità nella popolazione e dall’altra la consapevolezza che nessuno potrà mai imporre al popolo libero Europeo qualsivoglia ideologia religiosa o culturale differente da quelle accettate.

Leggendo il suo articolo mi è subito venuta in mente una breve proiezione pratica di quelle che sono le idee da lei espresse: ho visto campi di concentramento come quelli aperti da Nazisti e fascisti durante la seconda guerra mondiale per eliminare il popolo ebreo dalla faccia della terra, ho visto battaglie senza quartiere nelle strade delle nostre città, e morte e devastazione in ogni angolo della nostra bella Europa (perché se veramente lei vuole la guerra deve sapere che l’Europa sarà il campo di battaglia!): onestamente parlando, mi lasci dire che è un eresia!  Come pensa si possa fare una guerra con pugnale e fucile contro tutto il mondo Islamico?  Pensa davvero che questa sia la soluzione migliore ed unica? O forse voleva solo fare scalpore, ma in fin dei conti neanche lei crede alle parole ed affermazioni che scrive?

Certo che se è la paura a muovere le nostre decisioni, allora probabilmente quella guerra che lei dice necessaria si verificherà: tutti in nome della paura prenderanno armi e bombe a mano e si getteranno contro chiunque sia di fede mussulmana, cercando di estirpare per sempre quello che lei dichiara essere il male del mondo. Ma come abbiamo imparato dalla storia e come ci insegna la medicina con gli antibiotici, fare una guerra preventiva non poterà all’eliminazione della minaccia, ma solo all’irrobustimento dell’idea e della forza di chi di estremismo e paura vuol farci vivere!

Nel suo articolo accenna all’attentato occorso ad Utøya, in Norvegia, il 22 Luglio 2011. Parlando di quell’evento, forse (come lei dice) nel tentativo di immedesimarsi in quelle vittime, lei scrive “La loro paura li disarmò, li spinse a nascondersi. Se gli andavano addosso insieme, tremando come foglie di sicuro, ma stringendosi l’uno all’altro per la fifa, il killer ne avrebbe stecchiti quattro o cinque, poi gli altri 595 avrebbero sbranato quell’Anders Breivik, che adesso, condannato a 21 anni, è triste per non averne ammazzati abbastanza”.  

Direttore mi permetta di dissentire con forza dalla sua teoria: io qua vedo chiaramente una persona che è si abituata a scrivere, ma che di guerra, combattimenti, paura di morire, etc probabilmente non sa veramente niente!  soldati e poliziotti addestrati, nonostante armati e preparati, spesso esitano a rispondere con forza ad un aggressore armato che spara contro di loro!  E lei veramente pensa che un gruppo (per quanto folto) di ragazzi “sprovveduti, disarmati ed impauriti come forse è lei ora”, si sarebbe potuto scagliare contro la minaccia? E veramente crede che se anche lo avessero fatto ne sarebbero morti solo quattro o cinque?  No direttore, ne sarebbero morti ben di più ed in fine, probabilmente si sarebbero comunque dispersi alla vista dei primi compagni caduti!

Direttore Feltri, la guerra, quella vera, non la si fa scrivendo con un olivetti 32, ma con le armi e soprattutto con il sangue di migliaia di uomini, donne e bambini!

Se veramente vuole vuole usare la sua olivetti 32, e vuole che le cose cambino, allora dovrà iniziare a scrivere a chiare lettere che la politica debole dell’attuale Europa deve essere sostituita da una politica con le Palle!  Non si può combattere l’estremismo con un altro estremismo, ne si può decidere quale sia la mossa migliore da fare con la paura!  Bensì bisogna avere le palle per fare una politica seria ed anche difficile.

Certo fino a quando i nostri politici e giornalisti agiranno in base alla possibilità di consensi e di vittorie politiche, allora sarà difficile cambiare ogni cosa, e probabilmente quella guerra da lei nominata sarà inevitabile.  Viceversa, se i nostri politici, anche a costo di andare contro l’idea comune della parte rappresentata, saranno capaci di imporre a chiunque viva in Europa i dettami Europei, le leggi Europee e la cultura Europea, allora forse tra 10 o 20 anni quell’integrazione con cui oggi molti politici e giornalisti si riempiono la bocca, diverrà realtà!

Cordiali saluti

Danilo Amelotti

 

Leggi l’Articolo di Vittorio Feltri

L’Europa dei pirla non sa temere l’odio islamico

 

Ho paura. Ho deciso di vantarmene. E mi assumo il compito di propagarla. Mi rendo conto. Non si comincia così un libro contro la morte che arriva al galoppo impugnando la scimitarra. Non è molto nobile. Si deve cominciare con un grido di guerra. Eppure, lo confesso: ho deciso di buttare la fifa oltre l’ostacolo.

Ho paura adesso, e anche per dopo. Per quando queste mie pagine saranno in giro per l’Italia.

E qualche frase rimbalzerà su Internet. S’incazzeranno, oh se si incazzeranno. Perché ho intenzione di scrivere la verità su quel che ha, in testa e nella pancia, non solo la gentaglia con le bandiere nere e le mani sul collo di poveri prigionieri vestiti di arancione, ma anche il musulmano dal dolce sorriso ospite di trasmissioni tivù, dispiaciuto per i morti e nemico, come no, del terrorismo. Prevedo l’accusa di provocatore irresponsabile. Papa Francesco dirà che mi merito un pugno. Portatemi pure in tribunale, sempre meglio dell’obitorio, a cui siamo destinati in tanti se la paura non ci desterà dal sonno dei pirla.

Dirò qui la verità sugli islamici e il loro Allah con il Profeta Maometto appresso. Non la Verità con la V maiuscola, per carità. La verità con la v minuscola ritengo sia la più importante acquisizione della mia vita. Ho imparato ad attingerla con il cucchiaio dell’osservazione e dell’esperienza, senza presumere divine rivelazioni. Non c’è bisogno di essere arabisti per capire, anche senza assaporarne i suoni aspirati, che il Corano ha in sé una potenza distruttiva assoluta verso chiunque manifesti un sussulto di libertà e dica no al dominio di un libro che si è fatto Dio, così come si sono fatti suoi boia coloro che lo impugnano.

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