I FUCILIERI DI MARINA TRATTATI PEGGIO DEL TERRORISTA DEL BARDO DI TUNISI!

I FUCILIERI DI MARINA TRATTATI PEGGIO DEI TERRORISTI DEL BARDO DI TUNISI! danilo-amelotti.comVorrei che tutti leggendo questo mio breve articolo fossero in grado (al meno per un momento) di non pensare in modo politico o di parte… Mi piacerebbe poteste per una volta evitare di pensare ai Fucilieri di Marina come soldati, e pensare a loro come persone, uomini fatti di pelle e ossa.

A questo punto vi inviterei a riflettere sulle frasi nell’immagine, fatte di parole e concetti semplici, non politici (perché non presentati da un partito o da un politico in cerca di voti, ma da un cittadino Italiano) ne tantomeno di parte.

Si è molto parlato di Greta e Vanessa quando furono “riscattate” dai terroristi Islamici in Siria, e si parla ogni giorno di rifugiati di guerra. Tutti, secondo le voci di molti, meritano il nostro aiuto e supporto. Greta e Vanessa in quanto cittadine Italiane, nonostante il loro madornale ‘errore” meritavano di essere ricondotte in patria sane e salve, ed il terrorista del Bardo di Tunisi deve rimanere su territorio Italiano perché in Tunisia vige la pena di morte (e noi Italiani Aberriamo la pena di morte).

Quando invece, è stata, è, e sarà ora di riportare due dipendenti dello stato Italiano a casa, allora vediamo fare passi indietro, e vediamo addirittura accettare di rinviarli in una nazione che attua la pena di morte (sempre quella pena di morte che l’Italia dovrebbe Aberrare)!

Il terrorista del bardo-danilo-amelotti.comAllora se forse, come dicevo in principio, smetteste di pensare come vi dicono di pensare i vostri politici preferiti, o i vostri ideali arcobaleno, e pensaste da umani che vedono altri umani vittime di giochi di potere, riuscirete a percepire come le leggi siano fatte per soddisfare le necessità dei pochi a svantaggio dei molti! E si, perché possiamo anche pensare che i due Fucilieri siano Colpevoli (cose ormai decisamente e seriamente smentite da più fonti: Marò, ora l’India ammette: “I proiettili non erano loro”. — Saremo Veramente ad una svolta sul caso dei Maro’ Salvatore e Massimo?) ma non possiamo proprio pensare che un terrorista straniero (o presunto tale) meriti di essere protetto entro i confini nazionali Italiani da una possibile pena di morte, mentre due dipendenti dello stato Italiano possano addirittura essere rimandati li dove la pena di morte esiste!

Concludo dicendovi, Vanessa e Greta, il terrorista (o sospetti di tali accuse) del Bardo di Tunisi, e molti altri sono tutti “salvi” o fermi sul nostro territorio perché fanno comodo alla politica, per propaganda, per buonismo, per ignoranza, ma soprattutto per i Voti… I fucilieri di marina invece, non fanno comodo a nessuno, sono solo due “cose” da abbandonare nella speranza che prima o poi, anche l’ultimo baluardo di convinti difensori abbandoni la causa e si possa definitivamente mettere tutto a tacere (soprattutto le colpe di chi per motivi da accertare li ha venduti al miglior offerente)!!

Danilo Amelotti

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Marò, ora l’India ammette: “I proiettili non erano loro”. E spunta la truffa dei testimoni fotocopia 

Non aggiungo molto a quello che leggerete nell’articolo che segue (preso da Il Giornale), se non che da sempre giornalisti, periti ed altri hanno insistito sugli stessi fatti ora apparsi anche agli occhi della corte del tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo.

Alla luce quindi di questa nuova conferma, spero in primis che la questione dei nostri due Uomini venga chiusa al più presto (non solo con la definitiva liberazione, ma anche con la dichiarazione da parte di tutte le autorità della loro innocenza), e che subito dopo parta una seria ed approfondita inchiesta per definire responsabili ed attori di questo “Complotto”!

Danilo Amelotti.

Marò, ora l’India ammette: “I proiettili non erano loro”. E spunta la truffa dei testimoni fotocopiaLa perizia: pallottole troppo grandi per essere dei fucilieri. A cui si aggiungono testimonianze fatte con “copia e incolla”

Che il processo messo in campo dall’India nei confronti dei due fucilieri di marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fosse al limite del ridicolo, non è una novita. Ma dalle carte che i legali indiani hanno consegnato al Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo, emergono alcuni dettagli sconcertanti.Non solo quelle testimonianze fotocopia rilasciate da alcuni pescatori sopravvissuti il giorno in cui Valentine Jelastine e Akeesh Pink persero la vita, ma soprattutto l’allegato numero 4 che riporta l’autopsia svolta sul corpo dei due pescatori uccisi.

Sembrava essersi persa nei cassetti dei tribunali indiani, e invece è rispuntata ad Amburgo. Nel documento, la prova che i proiettili che hanno colpito a morte i due indiani non sono quelli in dotazione ai marò.

Le deposizioni

Come riporta il Quotidiano Nazionale, in un articolo a firma di Lorenzo Bianchi, le testimonianze di chi avrebbe assistito alla morte dei due pescatori si assomigliano eccessivamente. Come se nell’essere redatte fossero state scritte dalla stessa mano e opportunamente falsificate in modo da dimostrare la colpevolezza di Latorre e Girone. Dopo gli eventi del 15 febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala, i testimoni dichiarano che gli assassini sono i “sailors”, i marinai, facendo nome e cognome dei due marò. Le testimonianze, allegate tra le carte che l’India ha depositato ad Amburgo, sono contenute nell’allegato 46.  A rilasciarele sono il comandante del peschereccio, Freddy Bosco (34 anni), e il marinaio Kenserian (47), i quali dichiaro “onestamente e con la massima integrità” che la loro imbarcazione “finì sotto il fuoco non provocato e improvviso dei marinai Massimiliano Latorre e Salvatore Girone della Enrica Lexi”.  Il primo campanello d’allarme riguarda proprio il duplice errore riportato nei verbali. Entrambi i marinai, infatti, avrebbero sbagliato a pronunciare il nome della nave difesa dai Marò, che infatti si scrive “Lexie”. Ora, la cosa più probabile è che entrambe le dichiarazioni siano state scritte dalla stessa persona con una sorta di “copia e incolla” necessario per far coincidere le due versioni.

Ma non sono solo queste le corrispondenze. Altri passaggi sembrano scritti con la carta carbone. Secondo i due testimoni, i “tiri malvagi” hanno provocato la “tragica morte dei cari amici e colleghi Valentine, alias Jalestin, e Ajesh Binke”. Anche sulle loro condizioni dopo l’evento, la versione coincide in maniera sospetta. I due pescatori avrebbero subito una “indicibile miseria e una agonia della mente, una perdita di introiti. La nostra ordalia non è finita”. Secondo Luigi Di Stefano, perito di parte che ha seguito la vicenda di Ustica, l’India non avrebbe dovuto consegnare queste carte al Tribunale di Amburgo. Che non aveva il compito di giudicare le responsabilità dei Marò, ma solo quale fosse il Paese legittimato a tenere il processo. Un modo quindi per ribadire la colpevolezza non dimostrata di Latorre e Girone, mossa che però ha fatto calare un velo di legittima dubbiosità sulla veridicità delle testimonianze.

Il proiettile

Non è tutto. Perché il più interessante dei documenti consegnati dai legali indiani ai giudici di Amburgo è l’autopsia che l’anatomo patologo K. S. Sasika fece sui due pescatori uccisi. Nella seconda pagina dell’allegato 4, infatti, si legge che il proiettile estratto dal cervello di Jalestine è troppo grande per essere uscito dalle armi dei fucilieri di marina. Quello misurato dal medico aveva un’ogiva di 31 millimetri, una circonferenza di 20 millimetri alla base e di 24 nella zona più larga. Le munizioni in dotazione ai Marò, invece, sono dei calibro 5 e 56 Nato. Il proiettile italiano misura solo 23 centimetri, quindi è evidente che quello estratto dalla testa del pescatore non possa essere stato esploso dai mitra Minimi e Beretta Ar 70/90 di Latorre e Girone. Infine, dalle carte si evince che il Gps del Saint Antony, dove hanno trovato la morte i pescatori, venne fatto recapitare dal capitano dell’imbarcazione non il giorno in cui attraccò al porto, ma solo 8 giorni dopo. Conservando tutto il tempo necessario a manometterne i dati.

Source: Marò, ora l’India ammette: “I proiettili non erano loro”. E spunta la truffa dei testimoni fotocopia – IlGiornale.it

Marò: dal tribunale di Amburgo ‘No al rientro di Girone’ – Politica – ANSA.it

Accolgo la notizia con rabbia ma anche con sottomessa rassegnazione!

Seppur duole dirlo ed ammetterlo, ero sicuro che nulla sarebbe cambiato, e che nessuno avrebbe fatto nulla! Ciò deriva dalla semplice (per quanto forse “ingenua”) considerazione: se uno stato sovrano come l’Italia non è stato capace di fare NULLA in tre anni, come si può pretendere che un tribunale internazionale faccia di meglio?

L’Italia e la sua politica, (per capirci quella di Mafia capitale, quella del funerale del boss in pompa magna, quella dei generali divenuti prima ministri della difesa per un anno e poi dirigenti di grosse compagnie, quella di figli e figliastri, di gente corrotta ad ogni dove) ha sbagliato tutto fin dal principio!
Per tre anni quell’italia ha giocato il gioco delle tre carte con i suoi due Uomini, Soldati, Bandiere, ed oggi cerca di lavarsene le mani passando il tutto in mano ad un tribunale straniero… peccato che nel mondo ci siano persone ed organizzazioni al quale non interessa proprio farsi carico delle responsabilità Italiane!

Nel frattempo nulla Cambia… Nel frattempo due uomini che tempo fa decisero con orgoglio di Servire la patria e la Bandiera, sono ancora per una volta traditi ed abbandonati da quel governo che servivano!!!

Io non li abbandonerò mai, anche se solo con la mia “penna” ed il mio pensiero!!!

Segue parte dell’articolo estrapolato da ANSA… per la versione completa cliccate sul link in fondo!

Il verdetto con cui il Tribunale di Amburgo ha respinto la richiesta italiana di misure temporanee per i due maro’ è stato preso a maggioranza, senza l’unanimità dei giudici: 15 i voti a favore e sei contro.

Visto che sarà compito dell’arbitrato internazionale all’Aja “giudicare nel merito del caso”, il Tribunale del Mare “non considera appropriato prescrivere misure provvisorie riguardo la situazione dei due marine italiani poiché questo toccherebbe questioni legate appunto al merito del caso”. Lo si legge nella sentenza. Entro il 24 settembre l’Italia e l’India dovranno presentare “un rapporto di ottemperanza con le misure previste” dal verdetto del Tribunale di Amburgo. CONTINUA A LEGGERE QUA:
  http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/08/24/maro-occhi-puntati-su-amburgo-attesa-per-il-verdetto_d98a55a8-235c-4e11-86f8-0fbe0fac686d.html

RETORICA PATRIOTTARDA? LA MIA RISPOSTA AL POST DI SIMONE BERTOZZI (consigliere comunale PD di Rimini)

Caro Simone Bertozzi,

Ho appreso con forte rammarico il commento che il suo collega (e penso amico) aveva scritto in un suo post di Facebook. Quando, infatti, lessi quella frase “Ma non è ora che impicchino i due marò?” rimasi esterrefatto… come lei dice nel suo post, quelle dichiarazioni non potevano essere altro che da condannare, e il suo collega Pantaleoni (aggiungo io) redarguito con forza da tutta la classe politica.

Decisi comunque di non scrivere nulla e di non commentare, forse per non dare ulteriore peso ed importanza ad una persona che chiaramente dimostrava tutta la sua ignoranza, maleducazione e incapacità sia di svolgere qualsivoglia incarico politico, sia di portare rispetto per delle persone che da anni ormai soffrono la “nostra” mancanza di capacità.

Sono passati alcuni giorni, e mentre scorrevo la Timeline di Facebook, trovo il suo commento. Le posso assicurare che sono rimasto di gesso… Prima redarguisce il suo collega, come voler dimostrare che un minimo di buon senso e di correttezza esista anche in chi, come il suo partito, non ha assolutamente alcuna simpatia per gli uomini in divisa, poi getta nuovamente fango sia su quegli uomini e militari che lavorano al servizio del paese che anche lei serve, sia su tutti coloro che pensano che la patria ed il patriottismo siano dei valori da ammirare.

Le sue sono parole di chiaro odio e disprezzo! Lei in una breve frase, è riuscito ad accusare due persone di omicidio, senza per altro averne la più ben che minima prova (quindi si è automaticamente eletto giudice e giuria di una causa che probabilmente nemmeno conosce), e ad affermare che i cittadini Italiani dovrebbero disprezzare tutti i militari e smettere di essere patrioti.

Allora mi chiedo per quale motivo lei abbia deciso di servire (se pur in veste politica) questo paese; anche se in giacca e cravatta, anche se da consigliere comunale, lei è un servitore di questo paese, e come tale dovrebbe imparare a comportarsi e a parlare. Se invece, come afferma a chiare lettere nel suo breve ma “appuntito” messaggio, lei pensa che il bene lo si possa fare solo andando a servire in Africa o nelle file di Gino Strada, e che il patriottismo sia solo retorica sterile e non un valore certo, allora le consiglio di lasciare la sua comoda poltrona da consigliere (e con essa il suo stipendio e tutte le agevolazioni che comporta) e ad andare in Africa a servire per il bene del mondo! Le assicuro che ci sono miliardi di posizioni aperte come volontari (veri volontari) in tutta l’africa, e che li, lontano da noi retorici ed obsoleti patrioti, potrà finalmente trovare realizzazione e tanti tanti nuovi amici!

Concludo dicendole che, a differenza di quanto espresso da lei nei confronti dei militari, io non provo disprezzo per chi la pensa come lei, bensì profondo dispiacere. Lei, infatti, con le sue parole dimostra di trovarsi soffocato in una posizione che non le si addice, forse perché le manca la spinta o stimolo a fare ciò che realmente ritiene importante. Allora segua il consiglio di una persona che nella sua vita ha sempre cercato di perseguire i suoi ideali (nel rispetto di tutti) e cerchi una nuova strada lontano da noi e dalla nostra amata PATRIA!

VIVA L’ITALIA

Danilo Amelotti

SONO PATRIA danilo amelotti

Ed io commento … RENZI SI DIMENTICA DI INVITARE IL MARÒ ALLA PARATA DEL 2 GIUGNO

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Tra ieri ed oggi, tra la Visita del Presidente Renzi ad Herat e la parata del 2 Giugno, ho visto e letto molti post rivolti talvolta al merito o non merito del nostro Presidente del consiglio a vestire l’uniforme, o rivolti a come la parata sia stata per tanti versi uno show politico dove da un lato si vedevano facce di alti rappresentanti politici “apparentemente” disinteressate all’evento e dall’altra militari non proprio in vena di dimostrare il loro valore ed orgoglio, ed ovviamente tanti post che richiamavano ai due assenti d’onore, ovvero Massimiliano e Salvatore, i fucilieri di marina ancora “tenuti in ostaggio” da un immobilismo politico/militare! 

Onestamente io non ho visto nessuno dei due eventi, ciò non dovuto a non voglia o disinteresse, bensì ad un impedimento professionale che mi ha tenuto lontano dagli schermi televisivi.

Mi rattrista comunque sapere e leggere di tanto malumore (giusto malumore) e di come la nostra politica sembri infischiarsene altamente… forse il fatto che moti dei nostri politici non abbiano nemmeno mai visto una caserma (presidente del consiglio in testa) o che le forze armate in Italia siano comunque e sempre “lo scomodo fardello” di una finta democrazia legata ai tempi passati, pesano troppo sulle coscienze e menti dei nostri politici per riuscire, almeno in questa giornata, a dare il giusto valore a uomini e donne che ogni giorno vestono una divisa e servono il loro paese.

Di contro, quei militari in parata apparentemente privi di voglia ed orgoglio, forse non sono altro che il sinonimo dello stato d’animo ormai diffuso, causato dal trattamento che i nostri Marò hanno e ancora stanno ricevendo dallo stato, dai tagli stipendiali, dai trattamenti economici e pensionistici ormai “ridicoli”, e da tutti gli insulti che ricevono nel quotidiano da quella parte di Italia che li vede come i nemici da abbattere!

11063913_1570205279901375_3366604838521402836_nRiguardo ai nostri due Emblemi del fallimento politico/militare, ovvero Massimiliano e Salvatore, state pur certi che il fatto che nessuno li abbia menzionati in questa giornata non mi meraviglia assolutamente: come pensare che dei politici inetti possano mai affrontare l’onta del loro disonore pubblicamente? come pensare che vogliano realmente tirarsi la zappa sui piedi da soli?

Allora non mi rimane che dire a tutti che io Ero, Sono e Sarò sempre fiero di essere Italiano, e cercherò sempre di portare lustro a quella bandiera che è per me simbolo della mia casa, della mia terra della mia gente. Spero che molti altri la pensino come me, e che magari, alla prossima occasione che si presenterà, andranno a votare… non ci lamentiamo sempre di come le cose non cambiano, vanno male, ecc… cerchiamo noi di farci promotori di cambiamento…

VIVA L’ITALIA!

Vi lascio all’articolo riportato nel titolo … RENZI SI DIMENTICA DI INVITARE IL MARÒ ALLA PARATA DEL 2 GIUGNO.

TUTTI GIOISCONO … IO NO!!! Forze speciali italiane vanno in Libia: parte “l’operazione-piattaforme” – Secolo d’Italia

Pictures from http://www.piotrandrews.com … Unit Polish GROM

Non fraintendetemi… non critico la scelta di mandare (finalmente) le nostre forze speciali in supporto di chi in Libia e’ li per lavorare, e soprattutto a difendere le nostre “fonti di carburante” …

Ma non capisco la psicologia del nostro “amato” governo… due nostri Uomini e soldati sono detenuti ingiustamente in India per aver (forse) difeso una nostra nave BATTENTE BANDIERA ITALIANA in acque internazionali (Inviati, come in questo caso, dallo stato) … L’ISIS minaccia di venire in Italia ed attaccarci, ma il governo decide che questa non e’ una minaccia tale da necessitare un intervento armato (e non intendo uno sbarco di truppe, ma sicuramente un bel bombardamento non starebbe troppo male) … pero’ oggi, quando comunque le piattaforme Italiane sono difese da guardie private, e nonostante sappiamo tutti che nel caso i nostri militari dovessero sparare contro pirati o assalitori sarebbero comunque reputati ASSASSINI e quindi chissà quale nuovo governo li tratterrebbe in ostaggio in attesa della decisione di un “probabile giudice o procura”,  il nostro governo decide per l’ennesima volta di mandare MILITARI IN DIFESA DI INSTALLAZIONI PRIVATE!!!!

Allora mi sento di non gioire per l’invio di nostre forze a difesa di Italiani in territori a rischio (cosa che per ogni altro stato di questo mondo sarebbe considerato giusto ed appropriato), ma di temere che altri Italiani, e servitori della patria e della bandiera, siano ora a rischio di processi ingiusti, di giudizi affrettati e di giochi di potere dove loro, I MILITARI, rischiano di diventare una mera merce di scambio!!!!

Non mi dilungo, sicuro che avrete già’ capito il mio pensiero … e quindi vi lascio all’articolo che dilaga sul web e nei TG… vi lascio ai molti commenti “ERA L”ORA… FINALMNTE SI SONO DECISI… LE NOSTRE FS PARTONO… etc etc. etc.” … e prego che nulla succeda e che tutti i nostri uomini possano SEMPLICEMENTE fare ritorno alle loro famiglie, sani salvi e senza pendenze giuridiche dettate da qualche politico IN MALA FEDE!

Danilo Amelotti

L’allarme è scattato giovedì sera. Venerdì dal porto della Spezia sulla nave San Marco e forse da un altro porto italiano hanno cominciato a imbarcarsi mezzi e forze speciali italiane, un paio di distaccamenti del gruppo operativo Incursori e una compagnia di fucilieri di Marina, dirette verso le piattaforme petrolifere dell’Eni in Libia, davanti alla Tripolitania. I militari avranno il compito di proteggere ed eventualmente evacuare il personale che lo richieda. Inoltre c’è sempre la stazione di compressione di Greenstream dell’Eni a Mellitah, sulla costa libica, vigilato da guardie private, che poco potrebbero fare di fronte a un commando dell’Isis che minacciasse di far saltare tutto a meno di non ricevere un congruo riscatto. Evidentemente il governo italiano, bruciato forse da passate esperienze, ha realizzato che qualche gruppo fondamentalista potrebbe pensare a rapire nostri concittadini in Libia per poi chiederci qualche decina di milioni di euro di riscatto. Visto il pregresso, sarà meglio prevenire, hanno pensato i nostri governanti.

Detto fatto: le nostre truppe migliori sono già in piena operazione diretti verso la nostra ex colonia dove metteranno in sicurezza le nostre strutture e veglieranno sull’incolumità dei lavoratori e dei residenti italiani in Libia. A quanto pare ci sono riunioni in corso anche delle altre forze speciali come ad esempio i paracadutisti. «Se verrà chiamata, la Brigata Sassari sarà pronta a fare la sua parte», ha tra l’altro detto il generale Arturo Nitti, comandante della Brigata Sassari, in merito ad un eventuale intervento dei “sassarini” sullo scenario internazionale, in occasione delle celebrazioni per il centenario della storica Brigata. D’altra parte sempre giovedì il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha chiaramente detto al premier Renzi e ai ministri Gentiloni e Pinotti che un intervento militare della Nato non è per ora in agenda. E quindi l’Italia i suoi interessi se li deve guardare lei. Per una volta.

CONTINUA A LEGGERE:  Forze speciali italiane vanno in Libia: parte “l’operazione-piattaforme” – Secolo d’Italia.

Saremo Veramente ad una svolta sul caso dei Maro’ Salvatore e Massimo? perché’ solo ora? -Svolta marò spunta una mail che li salva – Cronache – iltempo

Sul caso di Salvatore e Massimo si e’ detto molto.  A parte i pareri contrastanti del pubblico, che da casa ama sempre dare facili giudizi di colpevolezza, e talune volte anche facili assoluzioni, in questi quasi tre anni di “prigionia” abbiamo visto decine di articoli o servizi televisivi che riprendevano il Caso di Salvatore e Massimo, descrivendo le tante ragioni per il quale loro dovrebbero essere valutati Innocenti.  (il dovrebbero non intende che io abbia differente opinione, ma semplicemente che per uno statuto di uguaglianza, nel momento in cui si formulano delle accuse si pone il dubbio che una persona possa essere innocente o colpevole)

Se pur io rimango dell’opinione che cercare una prova di innocenza o colpevolezza dovrebbe avvenire solo dopo aver portato A PRIORI Salvatore e Massimo in Italia (come vorrebbero le numerose leggi ed accordi vari internazionali), a leggere la notizia che segue mi nasce un sentimento di rabbia profonda.

Analizzando a sangue freddo la notizia, e cercando di fermare la prima euforia (Si, finalmente una prova tangibile per tutti… beh una delle tante poi si dirà!) mi viene da chiedermi perché una e-mail, che quindi rimane normalmente nella memoria di svariati sistemi informatici (computer di mittente e ricevente, server vari, gestore del servizio internet etc.) esca SOLO DOPO OLTRE 1000 GIORNI!

alla luce di quanto sopra, mi chiedo quindi, chi e perché avesse interesse a tenere questa mail nascosta, oppure (seppur lo ritengo imperdonabilmente impossibile) per quale motivo nessuno prima di oggi abbia pensato a vedere e verificare le mail trasmesse dalla nave!

Scriverò meglio nei prossimi giorni di Pirateria e tutte le procedure che una nave deve mettere in atto al momento di un possibile attacco, ma da esperto del settore, vi dico che chiunque si fosse trovato ad investigare sulla faccenda avrebbe dovuto immediatamente richiedere copia di ogni messaggio trasmesso ed avvenuto nel momento in cui si verifico’ l’incidente!  se non e’ stato fatto, o e’ per una negligenza che ha dell’incredibile o per degli interessi differenti!

Vi lascio all’articolo, rimanendo nella speranza che per Salvatore e Massimo si giunga ad una fine certa nel più’ breve tempo possibile!

L’attacco dei pirati alla Enrica Lexie, la nave su cui si trovavano in servizio il 15 febbraio 2012 i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è precedente all’incidente che ha causato la morte dei pescatori sulla barca indiana St.Antonhy: è questo il responso che emerge dalla lettura di una mail del comandante della nave italiana anticipata dal settimanale Oggi. Il comandante del cargo avvisò per posta elettronica di aver subito un attacco dai predoni alle 19.15, e l’orario dimostra l’estraneità dei fucilieri rispetto agli eventi legati all’uccisione dei pescatori. L’armatore del peschereccio S. Antony, infatti, ha sempre dichiarato che gli spari contro i suoi due pescatori si sono registrati alle 21.30.

Svolta marò, spunta una mail che li salva – Cronache – iltempo.