Un analisi breve ma incisiva del problema terrorismo e Foreign-Fighters provenienti dalla Bosnia.
Inutile dire che non solo lo condivido pienamente, ma che bisognerebbe approfondire il problema e cercare oggi di trovare possibili soluzioni prima che lo stesso diventi ingestibile!
Danilo
L’articolo:
Per saperne di più: il terrorismo dai Balcani.
Da quando in Siria si è inizato a combattere seriamente l’Isis, uno spettro si aggira per l’Europa: la paura che centinaia di volontari europei al jihad possano tornare ai loro paesi d’origine e l’impatto, in termini di terrorismo, che potrebbero avere su di essi.
Forse in nessun luogo il potenziale pericolo è maggiore rispetto ai Balcani perché, secondo vari studi, la Bosnia ha fornito più volontari pro capite per il jihad siriana rispetto a qualsiasi altro Paese europeo. Questo non è un caso, la nascita e la crescita dell’islamismo militante in Europa sud-orientale è il risultato di sforzi a lungo termine da parte di estremisti per radicalizzare le popolazioni locali.
Nel corso degli ultimi decenni, il movimento militante islamista in Europa sud-orientale ha creato una sofisticata infrastruttura composta da rifugi sicuri in villaggi isolati e in moschee controllate da Imam radicali, che copre un’ampia gamma di attiività che foniscono supporto ai vari fronti del jihad come una rete di distribuzione di periodici, librerie, siti web, e video su YouTube che diffondono l’intolleranza religiosa e glorificano la violenza. Librerie islamiste da Belgrado a Novi Pazar distribuiscono trattati da parte di estremisti come l’ideologo islamista Yusuf al-Qaradawi. Siti web islamisti promuovono il jihad, attentati suicidi, e l’uccisione di non-musulmani.
Questi siti web riportano anche notizie da altri fronti jihadisti, sermoni di predicatori estremisti provenienti dal Medio Oriente e messaggi da parte dei leader di al-Qaeda. Tutto questo, è generosamente finanziato da donatori del Medio Oriente e sostenuto da piccoli gruppi di estremisti locali che si sono infiltrati in istituzioni politiche, religiose e sociali.
L’Unione Europea è giustamente preoccupata per la capacità dell’Isis di organizzare e lanciare attacchi terroristici in Europa. Tuttavia, è ormai chiaro che il terrorismo è una minaccia globale e i Balcani hanno un ruolo importante in questa minaccia, rappresentando un percorso per l’ingresso in Europa e un ponte per il finanziamento dei terroristi, e non solo per l’Isis ma anche per altri gruppi islamisti radicali.
Non si sa con certezza quanti siano i combattenti della regione che hanno raggiunto i gruppi Jihadisti in Siria, anhe se le stime parlano di oltre 850 persone. Molti sono già stati uccisi in combattimento in Iraq e Siria e alcuni hanno fatto video di propaganda che rivelano la loro identità.
Tutto questo dimostra la portata della loro radicalizzazione e l’impegno per la causa islamista. Infatti, militanti islamisti dei Balcani non si preoccupano di nascondere le loro intenzioni a lungo termine, come un combattente jihadista bosniaco in Siria ha recentemente dichiarato in un video:
“Ho lasciato la Bosnia con l’intenzione di tornare con le armi in mano. …questa è la mattina dell’Islam. . . le agenzie di intelligence hanno fatto un errore pensando che si sarebbero liberati di noi (permettendoci di lasciare la Bosnia) tuttavia, il problema per loro sarà il ritorno di persone addestrate per la guerra “.
Una volta tornati, essi rappresenteranno una gravie minaccia per le nostre società anche perché la maggior parte di loro hanno passaporti che consentono l’accesso all’UE a causa della liberalizzazione dei visti e l’accordo di Schengen, estendendo in tal modo la geografia della minaccia.
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