Seppur io riconosca che il numero di istituzioni dedite al controllo del nostro paese potrebbe essere “ridotto” in favore di una migliore gestione delle risorse e del personale, e per una migliore coordinazione delle operazioni, non ritengo lecito il modo con il quale il nostro attuale governo effettui questi cambiamenti.
Alla luce di quanto descritto nell’articolo che segue, ci possiamo quindi immaginare che, non appena se ne verifichi l’opportunità, il Governo Renzi potrà anche apportare altre modifiche e cambiamenti ben più sostanziali (non che questo non lo sia), arrivando addirittura ad accettare la proposta della Sig.ra Bordini di avere delle forze armate “disarmate”.
Il punto della mia preoccupazione non sono quindi le riforme o i cambiamenti, bensì il modo con il quale essi vengono fatti. Come allora successe per il nostro Inno “violentato” per non mettere in bocca a dei bambini la parola morte, e come ora sta succedendo con un corpo meritevole ed importante come quello della Guardia Costiera tagliato senza batter ciglio, qualunque cambiamento potrebbe essere fatto senza mai interpellare chi di dovere!
Questo modo di agire io non lo chiamerei proprio Democratico, bensì “dittatoriale”! Ma non penso ci sia da meravigliarsi troppo, in fin dei conti questo governo non lo ha votato nessuno!
Vi lascio all’articolo preso da “sostenitori.info e scritto da Chiara Giannini.
Il disegno del governo Renzi, ovvero eliminare le Forze armate, si sta compiendo. Dopo la Forestale, ora il Pd vuol eliminare anche le Capitanerie di porto. L’Italia ha oggettivamente la migliore Guardia Costiera europea e del Mediterraneo. Sarebbe il caso di valorizzarla e di darle merito per il nobile mestiere che svolge, soprattutto in occasione del sui 150 anni d storia. Invece no, troppo efficiente per farla sopravvivere. Con un semplice emendamento, senza informare il ministro competente delle Infrastrutture Del Rio e tanto meno i vertici della Guardia Costiera e le rappresentanze militari, si decide in un solo colpo di cancellare un Corpo storico come quello delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera che tra 2 settimane festeggerà il suo anniversario. 11mila “Guardia coste”, uomini che nel silenzio quotidiano svolgono atti di eroismo per la sicurezza in mare, saranno “cancellati”. Tutto ciò con costi bassissimi, ma con la massima efficienza della Pubblica Amministrazione. Personale e mezzi quali le navi e le motovedette adatte per i soccorsi, per l’attività di polizia ambientale e tutela dell’ecosistema marino e del pescato, con record di controlli e di reati perseguiti in seguito ad attività di polizia, sono in pratica da far sparire nel nulla. Infatti, l’emendamento firmato dal relatore della riforma della P.A. Ernesto Carbone, prevede che la gestione delle risorse economiche dei mezzi e degli uomini della Guardia Costiera passino dalle dipendenze funzionali del ministro delle Infrastrutture al Capo di Stato Maggiore della Marina, attualmente l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Quest’ultimo assumerebbe funzione di Comandante Generale delle Capitanerie. La dizione Guardia Costiera, che sarebbe l’anima operativa del “Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera”, sarebbe soppressa a vantaggio dell’attività della Marina Militare . Si dedurrebbe quindi che le risorse delle infrastrutture per svolgere bene il lavoro di Guardia Costiera passerebbe alla Difesa per svolgere la stessa attività con costosissime navi da guerra. Costose per numeri di equipaggio, per costi di carburante, lente e adatte ad attività belliche. Varie volte l’Ammiraglio de Giorgi aveva manifestato tale obiettivo di sottomettere e piegare il corpo alle proprie dipendenze così come espresso nelle audizioni alle commissioni dipendenti di Camera e Senato, in occasione della festa della Marina.
Ma qualcuno potrebbe mai pensare che l’Esercito Italiano, che svolge l’operazione “Strade Sicure”, potrebbe assorbire la Polizia di Stato o i Carabinieri ai fini della razionalizzazione? Quanto costerebbe e quale efficienza si avrebbe nel fare l’ordine pubblico con i Carri armati? L’economia e la sicurezza del mare, tutelata attraverso l’attività di soccorsi e polizia marittima, quanto ne subirebbe da tutto ciò? Nella migliore delle ipotesi le nuove navi che verranno costruite con gli oltre 5 miliardi stanziati, saranno pronte tra 10/15 anni. Nel frattempo da anni le rappresentanze militari della Guardia Costiera, a gran voce, chiedono di vedersi riconosciuti lo status di Pubblica sicurezza. I “Guardia Coste”, infatti, sono già ufficiali e Agenti di Polizia Giudiziaria e svolgono attività di polizia a 360° in forza di leggi speciali.
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