MISSIONE DI PEACE KEEPING? DEVE ESSERE UNO SCHERZO! L’Italia farà guerra alla Libia? | Sostenitori delle Forze dell’Ordine

Oggi credo di aver sentito abbastanza battute sulla situazione in Libia!

Al termine dell’articolo che segue leggerete tutti che Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, il premier Matteo Renzi starebbe valutando la possibilità di intraprendere “una missione di peacekeeping con le bandiere dell’Onu, ma guidata dall’Italia”. Non è, infatti, escluso che, nel giro di qualche mese, l’Italia possa “intervenire con propri militari in una missione dai contorni per ora non definibili”. Ma una missione di peacekeeping basta per pacificare i tagliagole islamici?

Ora vorrei io rispondere alla domanda con un altra domanda:  Ma stiamo scherzando?  ma e’ una burla toscana o veramente stiamo pensando ad una missione di Peace Keeping?

Probabilmente dal basso della mia “finestra popolare” non vedo situazioni che invece sono chiare ai nostri Politici; Infatti, mentre loro (i politici) vedrebbero l’Italia a guida di una missione di “mantenimento della pace”, io vedo la necessita’ di fermare delle forze nemiche che tutto hanno tranne che la voglia di sedersi ad un tavolino per parlare di Pace. L’ISIS, Ansar al Sharia, e Alba Libica non sono certo delle normali “fazioni in lotta per una porzione di territorio”, ma bensì‘ delle forze ben organizzate e con intenzioni decisamente sia bellicose sia di conquista.  No signori miei, li non abbiamo da andare a mantenere la pace… quella mossa avremmo dovuto farla quando l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy decise di eliminare chi quella terra era riuscito a tenerla in pace il rais Muhammar Gheddafi.  Ma non ne fummo capaci, ed al solito, come in un treno senza freni, accettammo che altre nazioni decidessero della nostra sicurezza nazionale, andando a creare scompiglio a pochi passi da casa nostra. 

Ora, quando i militanti di ISIS hanno invaso punti strategici e determinanti per il controllo del territorio Libico, quando ormai iniziamo realmente a sentire il fiato sul collo, invece di dire chiaramente che l’Italia non permetterà’ ad alcun buzzurro di minacciare la nostra amata Italia, parlano di operazioni Onu, parlano di missioni di mantenimento della pace… Scusatemi, ma se vogliamo fare un paragone, parlare di un azione in Libia ipotizzando una missione di mantenimento della pace sotto egida ONU, e’ come parlare di estirpare un cancro con l’aspirina!

Allora, sempre dalla mia “finestra popolare” penso sia il caso che i nostri politici abbandonino i toni politicamente corretti, ed inizino a cercare tra gli uomini delle nostre Forze Armate dei seri consiglieri, non a caccia di un futuro posto politico,  bensì’ professionalmente preparate ed amanti della patria e della Bandiera.  Allora forse, le idee si chiariranno, e tutti si renderanno conto che per fermare quei terroristi non serve una missione di pace, ma una missione di guerra!

Vi lascio come al solito all’articolo dal quale ho preso spunto, vi consiglio di leggerlo bene e capire ciò’ che, seppur non scritto, si può facilmente intuire “tra le righe”.

Danilo Amelotti

Palazzo Chigi valuta la possibilità di intraprendere una missione di peacekeeping con le bandiere dell’Onu, ma guidata dall’Italia. Nei prossimi mesi i nostri militari potrebbero essere inviati in Libia. Ma con quali regole di ingaggio? I miliziani libici legati allo Stato islamico hanno preso il controllo di Sirte stabilendo il quartier generale in una radio locale nel centro della città costiera a 500 chilometri a est di Tripoli. Il timore è che possano proclamare l’emirato islamico di Sirte, sulla scia di quanto già fatto a Derna.

Il rischio per l’Italia di finire sotto il tiro dei missili dei jihadisti libici si fa, giorno dopo giorno, sempre più concreto. Anche per questo motivo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha avvertito che il governo è pronto a intervenire militarmente in Libia, “naturalmente nel quadro della legalità internazionale”, ossia in caso di intervento sotto l’ombrello Onu.

La Libia paga ora il prezzo della forsennata guerra voluta dall’allora presidente francese Nicolas Sarkozy contro il rais Muhammar Gheddafi. La Primavera araba ha messo in sella un governo debole e litigioso aprendo così la strada al jihadismo che ha trovato nello Stato islamico del califfo Abu Bakr al Baghdadi. La Libia è uno Stato fallito. Qui l’Isis può avere buon gioco. Sui siti jihadisti sono apparse foto di uomini armati di kalashnikov seduti di fronte ai microfoni nello studio di registrazione. “Hanno conquistato Radio Sirte – ha riferito un residente – da allora hanno mandato in onda versetti del Corano e discorsi di al Baghadi”. Un ex funzionario statale teme che i jihadisti “possano avvantaggiarsi dell’assenza di qualsiasi autorità centrale governativa per trasformare la città in un emirato islamico come hanno fatto a Derna”. La situazione, però, ha aggiunto, è più complessa di quanto non possa sembrare.

Diversi gruppi radicali hanno, infatti, i propri bastioni a Sirte. Tra questi ci sono anche Ansar al Sharia, gruppo terroristico nella lista nera di Usa e Onu, e Alba Libica, coalizione che già controlla parte di Sirte.

Il dato più drammatico è che, con la presa di Sirte, i jihadisti vicini allo Stato islamico si trovano a un tiro di schioppo dall’Italia. Appena 500 chilometri. “In Libia – ha finalmente ammesso Gentiloni – comincia a esserci una minaccia terroristica finora abbastanza circoscritta a Derna e in alcune zone del sud”. L’Italia sostiene già la mediazione dell’Onu che sta cercando di riconciliare le due diverse forze del Paese. Ma, se non dovesse riuscire nella mediazione, il governo Renzi sarebbe pronto a fare “qualcosa di più”. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, il premier Matteo Renzi starebbe valutando la possibilità di intraprendere “una missione di peacekeeping con le bandiere dell’Onu, ma guidata dall’Italia”. Non è, infatti, escluso che, nel giro di qualche mese, l’Italia possa “intervenire con propri militari in una missione dai contorni per ora non definibili”. Ma una missione di peacekeeping basta per pacificare i tagliagole islamici?

via L’Italia farà guerra alla Libia? | Sostenitori delle Forze dell’Ordine.

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Danilo Amelotti

I am a former Italian SPECOPs; after 25 years of service I left the active duty and I am now private trainer and co-owner of Tactical News Magazine International. I will write about my past and present experiences, trainings and training methodology, and I will comment actual event (mainly related to my past activities). Finally you will also find reviews on equipment and weapons. Sono un Incursore in congedo; dopo 25 anni di servizio ho lasciato il servizio attivo e sono ora un istruttore privato e comproprietario di Tactical News Magazine International. Sul mio blog scriverò articoli riguardanti le mie esperienze passate e presenti, parlerò' di addestramenti vari e metodologie di insegnamento, ed ovviamente commenterò' fatti attuali (maggiormente correlati con la mia passata esperienza). In fine pubblicherò' anche test di equipaggiamenti vari.

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